Dopo il successo conseguito dalla prima generazione di processori Ryzen, sul mercato dal 2 marzo del 2017, è stato naturale chiedersi quali sarebbero state le mosse successive di AMD. In attesa di debuttare con la microarchitettura Zen 2, l’azienda ha fatto un passo intermedio lanciando prima le Apu Ryzen con grafica integrata di classe Vega e poi una nuova revisione dei processori Ryzen. Questi ultimi, basati sulla microarchitettura Zen+, fanno leva su un processo produttivo più raffinato e su leggere ottimizzazioni interne per offrire frequenze operative, efficenza energetica e prestazioni superiori a quelle che caratterizzano la prima generazione.
Nei 14 mesi intercorsi tra il lancio della microarchitettura Zen e di quella Zen+, i prodotti Ryzen sono riusciti a farsi apprezzare dagli utenti e a raccogliere numerosi successi. Partiamo da qualche numero che, sebbene non sia in grado di fornire un quadro preciso della situazione, restituisce un’indicazione sulla tendenza degli ultimi mesi. La piattaforma Steam di Valve raccoglie le caratteristiche delle piattaforme utilizzate dai propri utenti: restringendo l’analisi ai computer che eseguono una versione di Microsoft Windows, a dicembre del 2017 il 91,11% dei sistemi utilizzava un processore Intel, mentre solo l’8,89% era basato su un processore AMD; ad aprile di questo anno la percentuale dei sistemi con processori Intel è scesa all’84,02%, mentre quella dei sistemi con processori AMD è salita al 15,98%.
I processori Ryzen hanno riacceso l’interesse del pubblico nei confronti dei prodotti AMD grazie a caratteristiche di primo livello per quanto riguarda l’architettura, a prestazioni assolute che hanno ricucito in buona parte la distanza con i prodotti Intel e grazie, soprattutto, a un rapporto tra prestazioni e prezzo vantaggioso e molto allettante. Questo però non sarebbe stato sufficiente se non vi fosse stata un’evoluzione anche sul piano della piattaforma nel suo complesso. Oggi chi acquista un processore Ryzen può scegliere tra una buona varietà di schede madri in grado di offrire – lo vedremo in modo più dettagliato nel corso di questo articolo – tecnologie di ultima generazione e supporto a funzioni prima offerte solo da Intel.
L’offerta Ryzen
Con il lancio dei nuovi modelli, le aggiunte di quelli con grafica integrata e la progressiva dismissione di alcuni modelli di prima generazione, l’offerta Ryzen per il 2018 ha cambiato fisionomia in poche settimane. La seconda generazione di processori Ryzen è composta di quattro Cpu e due Apu. Il modello Ryzen 7 2700X – il nuovo top di gamma – prende il posto dei precedenti modelli Ryzen 7 1800X e 1700X; scorrendo l’offerta troviamo poi il Ryzen 7 2700, il Ryzen 5 2600X e il Ryzen 5 2600 che subentrano rispettivamente ai modelli Ryzen 7 1700, Ryzen 5 1600X e Ryzen 5 1600. Le due Apu Ryzen 5 2400G e Ryzen 3 2200G prendono il posto delle Cpu Ryzen 5 1400 e Ryzen 3 1200, portando la grafica integrata di classe Vega nel segmento delle piattaforme economiche. Rimangono in produzione le due Cpu Ryzen 5 1500X e Ryzen 3 1300X per le quali al momento non è previsto un turn over con nuovi modelli.
Per quanto riguarda le caratteristiche distintive tra le diverse famiglie di prodotti non cambia nulla: i processori Ryzen 7 sono tutti dotati di otto core fisici e in grado di eseguire fino a sedici thread in simultanea. Le unità Ryzen 5 – fatta eccezione per i tre modelli più economici – sono dotati di sei core fisici e in grado di eseguire fino a dodici thread in simultanea; i tre modelli di fascia bassa della linea Ryzen 5 sono equipaggiati con quattro core fisici e capaci di eseguire fino a otto thread in simultanea. Infine, i processori Ryzen 3 integrano quattro core fisici e, non permettendo l’esecuzione di due thread per core, possono gestire un massimo di quattro thread.
L’aggiornamento dell’offerta prevede anche un ritocco dei prezzi a favore dell’utente finale che, stando alle indicazioni di AMD, potrebbe risparmiare da pochi euro fino a oltre 150 euro a seconda del modello selezionato. Un esempio: il Ryzen 7 2700X è accreditato di un costo pari a 329$ contro i 499$ e i 399$ chiesti al lancio per i modelli Ryzen 7 1800X e Ryzen 7 1700X. Sul mercato italiano i prezzi non riflettono queste indicazioni, tanto che il modello più economico Ryzen 3 1200 è reperibile a circa 90 euro, mentre il nuovo top di gamma Ryzen 7 2700X è prezzato intorno ai 400 euro. Gli otto processori che compongono la nuova offerta Ryzen coprono quindi un intervallo di prezzi che spazia dai 90 ai 400 euro e che è in grado di soddisfare esigenze di prestazioni e di budget di tutta la fascia consumer del mercato.
L’offerta per i desktop HEDT (high end desktop) ad altissime prestazioni è ancora presidiata dalle piattaforme Threadripper di prima generazione che – stando alla roadmap AMD – dovrebbero subire un aggiornamento nel corso della seconda parte del 2018: anche in questo caso AMD utilizzerà la microarchitettura Zen+ e produrrà la seconda generazione di processori Threadripper sfruttando il processo produttivo a 12 nanometri (FinFET 12LP) al posto di quello a 14 nanometri (FinFET 14LPP). (… continuate a leggere sul numero 327 di PC Professionale)