I nuovi processori AMD per il segmento HEDT sono basati sulla microarchitettura Zen+ e offrono fino a un massimo di 32 core di calcolo. La prova dei Ryzen Threadripper 2990WX e 2950X.
Lo scorso anno e dopo un lungo periodo di letargo, AMD ha riacceso la competizione con Intel sul terreno dei processori desktop grazie alla microarchitettura Zen. Se il ritorno di AMD era atteso per quanto riguarda i processori Ryzen per i computer di fascia media, non possiamo dire altrettanto per quanto è avvenuto nel segmento HEDT di fascia più alta. L’arrivo dei processori Ryzen Threadripper è stato dirompente e ha sorpreso un po’ tutti. Da un lato ha rimescolato le carte sul tavolo del confronto con Intel e dall’altro ha riaperto il dibattito generale sul numero di core che può essere considerato “giusto” per un processore. La risposta a questa domanda è tutt’altro che unica e in effetti dipende interamente dal tipo di elaborazioni svolte.
Il lancio dei processori Ryzen Threadripper ha reso accessibile a un’ampia platea di utenti una piattaforma con caratteristiche che prima di quel momento potevano essere ritrovate solo nel mercato enterprise. Grazie ai 16 core fisici presenti nel modello 1950X, AMD è entrata nel segmento HEDT (High End Desktop) dalla porta principale. E si è messa in competizione diretta con il Core i9 7900K a 10 core fisici che Intel proponeva per la fascia più alta del mercato non professionale e con il Core i9 7980XE a 18 core fisici che sarebbe arrivato sul mercato solo alla fine del 2017.
La seconda generazione di Ryzen Threadripper
A un anno di distanza dal debutto della prima generazione di Ryzen Threadripper, AMD ha rinnovato la propria offerta aumentando la posta in gioco. I nuovi modelli aggrediscono il mercato su due fronti. Da un lato, grazie all’impiego della rinnovata microarchitettura Zen+ realizzata con tecnologia produttiva a 12 nanometri, sono cresciute le prestazioni dei singoli core (circa il 3% di IPC in più), sono aumentate le frequenze operative e sono calati i consumi. Dall’altro è stata ampliata l’offerta, ora composta da quattro modelli: le versioni 2920X e 2950X sono un’evoluzione di quelle precedenti, aggiornate alla nuova microarchitettura.
Le versioni 2970WX e 2990WX – dove l’aggiunta della W indica prodotti di classe workstation – incrementano il numero delle unità di calcolo, rispettivamente 24 e 32 core fisici, e sono indirizzate agli utenti di fascia più alta e ai professionisti. Il mercato delle workstation si confronta con un’ampia varietà di esigenze e sebbene tutti gli utenti che si identificano in questo settore possono essere considerati “power user” non esiste una singola configurazione capace di rispondere in modo adeguato alle esigenze di tutti.
AMD Ryzen Threadripper: le origini
Ryzen Threadripper discende in modo diretto dalla piattaforma enterprise che AMD commercializza con il brand EPYC. Questi processori integrano quattro die, ciascuno dei quali ospita 8 core per un totale di 32 core. Ciascun die dispone di due canali di memoria e di un controller Pci Express a 32 linee, così che nel complesso un processore EPYC dispone di 8 canali di memoria e un totale di 128 linee Pci Express. La prima generazione Ryzen Threadripper è stata ottenuta disattivando due dei quattro die così da ottenere un processore dotato di un massimo di 16 core, quattro canali di memoria e 64 linee Pci Express.
La seconda generazione di processori utilizza la stessa soluzione impiegata per i prodotti EPYC con die aggiornati alla microarchitettura Zen+ a 12 nanometri per ottenere prestazioni maggiori e consumi inferiori. Tuttavia, per rendere questi processori compatibili con il socket sTR4 – quello impiegato per le piattaforme desktop – è stato necessario tagliare alcune caratteristiche: i canali di memoria sono quattro e le linee Pci Express sono 64. Come vedremo nella sezione dedicata all’architettura, infatti, i Ryzen Threadripper a 24 e 32 utilizzano quattro die, ma due di questi operano solo da unità computazionali in quanto il loro controller di memoria e quello Pci Express sono disattivati. AMD vuole che questi processori siano visti come una evoluzione di quelli di prima generazione piuttosto che come modelli enterprise depotenziati, ma è difficile evitare il confronto con EPYC.
Threadripper, la gamma di prodotti
Grazie all’impiego del socket sTR4 sul mercato dallo scorso anno, gli utenti che dispongono di una piattaforma con chipset X399 possono adottare i nuovi modelli 2920X e 2950X una volta aggiornato il bios. Nel caso dei modelli 2970WX e 2990WX è necessario verificare che il produttore abbia certificato la compatibilità del circuito di alimentazione con i modelli a 24 e 32, perché questi hanno un consumo energetico superiore a quello delle versioni di fascia inferiore. Dopo l’introduzione dei nuovi modelli AMD ha ritoccato verso il basso il prezzo di quelli di prima generazione e questo potrebbe essere un buon momento per acquistarli se siete alla ricerca di una piattaforma multi core spinta per eseguire elaborazioni complesse o per eseguire più applicazioni in simultanea tanto in ambiente professionale così come in quello amatoriale o ludico.
Il prezzo dei nuovi 2920X e 2950X è inferiore ai 1.000 euro e ciò li rende molto appetibili per quanto riguarda il rapporto tra costo e prestazioni. Il modello top di gamma si avvicina alla soglia dei 2.000 euro, ma sebbene questo valore possa sembrare molto alto, dobbiamo anche ricordare che a questa cifra non troverete nessun altra soluzione con un numero di core così elevato. Va anche ricordato che il processore 2990WX non è un prodotto per tutti: in questo caso non ci riferiamo al costo, bensì alle caratteristiche hardware che possono essere sfruttate con profitto solo con applicazioni ottimizzate per il multi threading avanzato.
Più core = più prestazioni?
Più core non corrispondono in modo diretto a più prestazioni perché la frequenza operativa generale è inferiore per restare entro i parametri operativi a livello energetico e termico e perché la complessità del processore introduce latenze aggiuntive che risultano trascurabili sono quando si riesce a sfruttare le potenzialità di tutti i core. Se siete un utente evoluto, ma che non necessità di così tanti core è meglio valutare il modello 2950X. Quest’ultimo con carichi di lavoro generici si comporta meglio del fratello maggiore, lasciandogli il passo solo in situazioni come il rendering con applicazioni di modellazione e algoritmi di calcolo scientifici. (… continua sul numero 331 di PC Professionale)