L’accesso veloce a Internet è un diritto di cui tutti dovrebbero disporre, ma qual è lo stato delle connessioni in Italia? Scopriamo insieme cosa offre oggi il mercato e le prospettive per i prossimi anni.
Di Simone Zanardi
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Banda Larga – Between, nel corso del 2009 il mercato italiano del broadband è cresciuto di un milione di accessi circa, raggiungendo i 12,4 milioni di linee. Si tratta di un buon tasso di crescita, all’interno del quale spicca un dato su tutti: quasi un terzo degli accessi è di tipo mobile, in particolare grazie all’esplosione delle Internet Key sul mercato consumer. In termini di diffusione, a metà 2009 la banda larga ha raggiunto il 43% delle famiglie e l’82% delle imprese con almeno tre addetti. Sono cifre nel complesso più che soddisfacenti e che indicano come la domanda di connettività in Italia sia più che robusta. Il nostro Paese, tra l’altro, è il più attivo in Europa sul fronte delle connessioni mobili, in parte grazie allo storico radicamento delle telefonia cellulare.
Le perplessità nascono semmai osservando l’offerta di banda larga: oltre al problema sempre presente del digital divide, l’Italia deve fare i conti con una rete congestionata, ancora dominata dal doppino in rame dell’ex-monopolista e che difficilmente potrà reggere il passo non solo delle richieste di attivazione, ma anche dei nuovi modelli di fruizione di Internet che richiedono velocità sempre più elevate.
In questo articolo cerchiamo di fare il punto sulla situazione della banda larga in Italia, analizzando in primo luogo le caratteristiche della rete oggi attiva e i recenti provvedimenti introdotti sui piani sia tecnico sia legislativo per garantire all’utente una migliore qualità delle connessioni e trasparenza nelle offerte. Dettagliamo poi le principali offerte consumer dei cinque maggiori operatori italiani, illustrando non solo i pacchetti di sola connettività dati ma anche quelli comprensivi di telefono ed, eventualmente, servizi di Iptv.
(Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 230, in edicola dal 28 aprile)