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Cambiamenti sgraditi

Maurizio Bergami | 29 Novembre 2013

di Maurizio Bergami Non si può fermare il progresso, d’accordo. Però mi sembra che non sempre quello che ci viene […]

di Maurizio Bergami

windows-8-logo_tNon si può fermare il progresso, d’accordo. Però mi sembra che non sempre quello che ci viene propinato come tale lo sia davvero. E noto una tendenza sempre più forte a volercelo imporre con la forza. Sto pensando in questo momento soprattutto allo Start screen di Windows 8, che continuo a trovare insopportabile. Quando uso un Pc tradizionale, cioè la maggior parte del tempo, veder scomparire il desktop (e i documenti su cui sto lavorando) appena premo il pulsante con il logo di Windows – com’ero abituato a fare con Windows 7 – non solo è sgradevole ma riduce la mia produttività : cambiare contesto visivo in modo così brusco mi fa perdere la concentrazione, anche se per poco. Sono appena passato a Windows 8.1 e il ritorno del pulsante Start ha persino aumentato la mia frustrazione.

Quello che io e tanti altri utenti di Windows 7 rimpiangiamo, cara Microsoft, non è il pulsante ma il menu Start! Non pretendo che il mondo debba piegarsi ai miei desideri, e sono sicuro che molti apprezzano invece la nuova interfaccia. Proprio non capisco però perché non possa avere almeno l’opzione di riattivare il menu Start. Anzi, lo capisco benissimo: perché a Microsoft fa comodo così. E Microsoft non è l’unica azienda a comportarsi in questo modo. Ecco un paio di esempi. Poche settimane fa Yahoo! ha rivoluzionato l’interfaccia di Yahoo! Mail introducendo alcune novità  apprezzabili ma anche eliminando quell’organizzazione a schede che era il suo tratto distintivo (e il motivo principale per cui ancora usavo questo servizio). Nelle opzioni è presente una voce che dovrebbe permettere il ripristino della vecchia interfaccia, ma ha funzionato solo per qualche giorno (e per la sessione di lavoro corrente): ora si limita ad applicare un tema che ricorda il vecchio ambiente ma non ne ripropone la funzionalità . A dispetto della valanga di critiche, Yahoo! non sembra intenzionata a cambiar rotta. E veniamo a Google, che da poco ha stravolto il sistema dei commenti su YouTube: ora per commentare un video è necessario usare Google+.

Non vi tedierò con gli effetti negativi sui produttori di contenuti che si guadagnano da vivere con un videblog, ma anche per il semplice spettatore si tratta di un cambiamento che non sembra avere il suo bene come prima motivazione. Sappiamo tutti che Google+ vivacchia, ma per tentare di farlo decollare è proprio necessario imporlo alla comunità  di YouTube? Anche in questo caso c’è stata una sollevazione di massa, ma Google sembra voler fare orecchie da mercante. La reazione più divertente è stata quella di Emma Blackey, che ha composto, registrato e pubblicato proprio su YouTube una gradevole canzoncina intitolata “My Thoughts on Google+”. Il ritornello è semplice ed esplicito, e a giudicare dal milione di visualizzazioni (e dai quasi 150.000 “thumbs up”) ottenuti in pochi giorni sembra interpretare bene il pensiero di tanti altri utenti: “Vaff… Google+!”.