Prendo spunto dalla lettera che mi ha mandato Fabio, un fedele lettore e che solleva un problema importante.
“Da sempre sono un fedele cliente Epson che, almeno per ciò che riguarda le stampanti ink-jet, ha pochi rivali nel rapporto qualità prezzo (soprattutto se consideriamo il TCO, che comprende anche i consumabili).
Ho avuto una stylus color II e successivamente una Stylus Color 760, che ho utilizzato per anni con soddisfazione. Un paio d’anni fa ho sostituito la 760, ormai al termine della sua vita operativa, con una C86 che ho utilizzato fino a ieri con ottimi risultati, sia per la stampa di testo che di fotografie. Da qualche settimana ad ogni stampa appariva però un messaggio, che segnalava la necessità di cambiare genericamente alcune parti della stampante e di chiamare l’assistenza. Poiché la stampante funzionava perfettamente e le stampe erano di ottima qualità , non ho dato peso al messaggio, aspettando di vedere cosa sarebbe successo. Alla fine, quando ho sostituito una cartuccia, la stampante ha smesso semplicemente di funzionare. Allora ho chiamato un laboratorio di assistenza da dove un tecnico mi ha prima di tutto chiesto se utilizzavo inchiostri originali o meno. Perché se utilizzavo inchiostri non originali, la colpa era da attribuire a questi, che avrebbero danneggiato l’elettronica della stampante e, in quel caso, non sarebbe stato possibile riparare la stampante a costi di mercato.
Ovviamente io utilizzo inchiostri non originali: se sono di buona qualità i risultati in fase di stampa sono difficilmente distinguibili da quelli ottenibili con inchiostri originali e per l’uso che ne faccio, e come me credo la grande maggioranza degli utenti, sono del tutto adeguati e costano meno della metà di quelli originali. Quindi ho sotituito la stampante con una nuova.
E qui nascono la mia riflessione e il mio sospetto: a mio avviso è alquanto improbabile che un tecnico abbia potuto diagnosticare a distanza il danno subito dalla mia stampante, così come è improbabile che un inchiostro danneggi l’elettronica (capisco la meccanica… ma l’elettronica?). A meno che il tecnico non sappia qualcosa che il consumatore non sa, per esempio che la stampante è programmata per andare in tilt dopo un certo periodo di tempo se vengono usati inchiostri non originali il cui chip probabilmente non fornisce all’elettronica un messaggio “rassicurante”, anche se l’apparecchio potrebbe funzionare bene ancora per molto tempo. In questo modo il produttore si rifa del mancato guadagno per i materiali di consumo con la vendita di un altro apparecchio.”
Ecco, qui sta proprio il punto: spesso i produttori di stampanti a getto d’inchiostro vendono i loro prodotti in dumping (assia sottocosto) perché l’utile viene fatto con la vendita dei consumabili (inchiostri e carte fotografiche). È chiaro, quindi, che cerchino in tutti i modi di proteggere i propri investimenti (la vendita a basso costo dell’hardware) contrastando in tutti i modi l’acquisto di prodotti compatibili. È un po’ come nella telefonia: il cellulare viene quasi regalato perché si paga (caro) il traffico telefonico. Nel caso della telefonia non ci sono alternative, nel settore delle stampanti sì.
Devo anche dire che una volta questa politica era vincente perché i “compatibili” erano di costo inferiore ma a livello qualitativo lasciavano molto a desiderare. Oggi ci sono invece prodotti di ottima qualità (e basso costo). C’è anche un’altra considerazione da fare. Il costo delle getto d’inchiostro è comunque così basso che la riparazione spesso non conviene.
Voi cosa usate? Inchiostri originali o compatibili? E con i compatibili come vi siete trovati?