Il wireless dilaga in ogni settore, musica e comunicazione compresi: tutti gli smartphone e i tablet recenti sono dotati del Bluetooth per consentire l’utilizzo di cuffie senza fili, una modalità di connessione senza dubbio estremamente pratica e comoda sotto ogni punto di vista, soprattutto in mobilità . Una tendenza confermata anche da Apple – ma anticipata da Motorola con il Moto Z – che impone di fatto questo sistema d’utilizzo eliminando dall’ultima generazione di iPhone la tradizionale presa analogica a jack da 3,5 mm in favore del Bluetooth.
di Marco Martinelli
Due mosse, quelle di Apple e Motorola, che tracciano una linea netta con il passato definendo di fatto il futuro della comunicazione tra dispositivo sorgente e cuffia, futuro peraltro già attuale visto il fermento del mercato che propone una vasta offerta di dispositivi in grado di soddisfare tutte le esigenze funzionali, estetiche e di budget.
In una società votata alla mobilità , con ritmi quotidiani che tendono sempre più a comprimere spazi e tempi dedicati allo svago personale, l’utilizzo di una cuffia audio per comunicare e ascoltare musica si sta rapidamente trasformando da libera scelta a necessità . A livello musicale, un buon impianto stereo o multicanale rappresenta tutt’ora un sistema ineguagliabile sotto il profilo qualitativo per l’ascolto dei brani preferiti, ma non sempre disponibile o fruibile in qualsiasi momento: ecco allora che la cuffia assume un ruolo in rapida evoluzione da secondario a primario, fino a divenire per molti utenti il principale se non unico strumento di ascolto dell’audio. Un aspetto confermato dal mercato che registra una tendenza positiva soprattutto nel segmento delle versioni intra auricolari, per molti aspetti più versatili e pratiche delle controparti tradizionali sovra e circumaurali. Si tratta di una tipologia di prodotti che offrono pro e contro, ma i vantaggi superano di gran lunga gli aspetti negativi, soprattutto nel caso di versioni dotate di connettività wireless come quelle che troverete in prova nelle pagine seguenti.
L’utilizzo della cuffia costituisce un mezzo indiscutibilmente efficace per la fruizione personale della musica, sia per la capacità di isolare dall’ambiente esterno sia per la facilità di trasporto e impiego in ogni luogo e condizione. Le intra auricolari, in particolare, raggiungono l’eccellenza proprio nel secondo aspetto poiché vantano peso e dimensioni minimi, caratteristiche essenziali che unite alla particolare conformazione – strutturata per consentirne l’inserimento nel padiglione auditivo – le rendono particolarmente adatte non solo per uso generico, ma anche in contesti più impegnativi quali l’attività sportiva. Per quest’ultimo tipo di impiego sono disponibili sul mercato modelli espressamente progettati, che in aggiunta alle peculiarità tipiche delle in-ear vantano prerogative indispensabili quali la stabilità assoluta in movimento, ottenuta con particolari strutture aggiuntive in gomma che coadiuvano i normali auricolari fornendo un ulteriore supporto all’orecchio per evitare scivolamenti, e l’impermeabilità al sudore e agli agenti atmosferici avversi sempre in agguato nelle attività all’aperto. La connettività Bluetooth aggiunge un ulteriore elemento di praticità poiché consente lo svincolo – parziale o totale a seconda dei modelli – dai cavi di collegamento, donando una totale libertà di movimento sia per l’ascolto della musica sia durante le conversazioni telefoniche. Ma anche relativa libertà sotto il profilo dell’autonomia, dal momento che il Bluetooth ha un’elevata efficienza in rapporto alla bassa richieste di energia, soprattutto con la versione 4.0 e successive.
Una domanda a questo proposito sorge spontanea e legittima: il Bluetooth può essere dannoso alla salute? Cuffie e auricolari senza fili possono causare danni al cervello, dato il campo ravvicinato di utilizzo? Una disamina accurata esula dal contesto di questa prova, tuttavia possiamo almeno notare come allo stato attuale non esistano studi adeguati sugli effetti atermici e a lungo termine né sussistano prove evidenti di influenze nocive sulla salute indotte dalle trasmissioni in radiofrequenza del Bluetooth negli intra auricolari, che emettono un quantitativo di radiazioni molto ridotto.
La misurazione dell’energia radiante che viene assorbita dal corpo per peso corporeo e unità di tempo è misurata in Sar, acronimo di Specific Absorption Rate, ovvero tasso di assorbimento espresso in watt per chilogrammo: nel caso specifico, è interessante notare che in media cuffie e auricolari Bluetooth hanno un Sar di circa 0,001 w/kg, meno di un millesimo del limite Sar fissato dall’ Fca e dall’Fcc per cellulari e smarpthone.
Nelle pagine seguenti troverete il resoconto del test di sei recenti modelli cuffie intra auricolari di fascia media, che abbiamo valutato a tutto campo tanto sotto il profilo della resa musicale e dell’efficienza nella comunicazione vocale quanto nella comodità d’utilizzo in movimento, in interno e all’esterno con rumori di fondo di varia natura e intensità per poter determinare l’effettivo livello di isolamento. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale di novembre 2016