Finché un Pc non mostra comportamenti anomali, la maggioranza degli utenti è solita rimandare le operazioni di manutenzione nella convinzione che tutto continuerà a funzionare come di consueto. Invece i problemi sono sempre dietro l’angolo: basta un aggiornamento mal riuscito, l’installazione di un software o l’apertura di un allegato per far precipitare la situazione. Chi ha lavorato d’anticipo, però, potrà risolvere molti degli inconvenienti più comuni nel giro di pochi minuti, o comunque minimizzare i danni anche nei casi più disastrosi. Scopriamo quali sono gli strumenti di salvataggio più utili, come crearli e quando utilizzarli.
I computer sono macchine complesse, la cui stabilità può essere messa a dura prova dagli utenti e dalle applicazioni in esecuzione; quando il normale funzionamento viene compromesso, ritornare alla situazione precedente è spesso tutt’altro che banale. Bisogna individuare il problema e poi adottare le contromisure specifiche necessarie per risolverlo, muovendosi però in un ambiente molto più ostile rispetto a quello a cui si è abituati.
Nella migliore delle ipotesi bisogna lavorare con un computer instabile, che potrebbe bloccarsi (spesso in maniera irrecuperabile) da un momento all’altro, ma capita di trovarsi nella condizione di non riuscire neppure più a completare correttamente l’avvio del sistema operativo. Come spesso accade, la strategia migliore è quella di non farsi cogliere impreparati, costruendosi per tempo gli strumenti necessari per gestire queste situazioni di emergenza. Inoltre, è opportuno mettere in campo anche un sistema di salvaguardia dei dati memorizzati sul computer, perché non tutti i problemi del Pc possono essere risolti “aggiustando” la configurazione: un danno fisico all’hard disk, per esempio, potrebbe rendere irrimediabilmente illeggibili i dati memorizzati al suo interno.
Si tratta di un evento più frequente di quanto si è portati a pensare: uno studio condotto dal provider di backup Backblaze, che utilizza per i suoi data center decine di migliaia di hard disk, ha evidenziato come la percentuale di unità danneggiate cresca in maniera ripida dopo i tre anni d’età, superando l’11% all’anno. Certamente il livello d’usura all’interno di un data center è più elevato rispetto a quello riscontrabile nei normali computer presenti nelle case e negli uffici, ma d’altro canto le condizioni ambientali sono più favorevoli: gli ambienti sono climatizzati, l’alimentazione proviene da linee bilanciate e protette contro i blackout, la polvere è praticamente assente.
Un’altra minaccia recente è quella portata dai ransomware, malware che cifrano i dati memorizzati nel computer e chiedono un riscatto per poterne riprendere il controllo: solo in poche circostanze si può forzare la cifratura e ritornare a leggere i contenuti cifrati. Più comuni sono i casi in cui i malcapitati utenti hanno pagato il riscatto (senza però avere la certezza che la chiave di sblocco venga effettivamente inviata loro dai criminali informatici) oppure hanno perso tutte le informazioni e sono stati costretti a un ripristino completo della macchina. In circostanze come quelle che abbiamo accennato l’unica soluzione realmente efficace è la prevenzione: per salvaguardare i dati, quindi, è indispensabile implementare strategie di backup adeguate al valore delle informazioni memorizzate sul computer e al loro utilizzo.
Una volta escluso questo genere di problemi, con gli strumenti di cui parleremo nelle prossime pagine si potranno diagnosticare e riparare molti altri guasti che pregiudicano il corretto funzionamento di un computer. Abbiamo cercato di concentrare l’attenzione sugli strumenti disponibili gratuitamente, con alcune eccezioni quando la dotazione di funzioni e la praticità d’uso sono tali da rendere comunque conveniente l’investimento economico. (… continuate a leggere sul numero 328 di PC Professionale)