Successivo
Il meglio del 2020

Editoriale

Il meglio del 2020? Anche per la tecnologia è alla fine

Eugenio Moschini | 30 Dicembre 2020

AMD Ryzen serie 5000 e Apple M1 chiudono il 2020. E rappresentano l’alba su un nuovo mondo di processori.

Siamo alle battute finali di questo 2020 e mai come in questa occasione sentiamo tutti l’esigenza di “lasciarci alle spalle” un periodo così complicato. Proprio per questo tirare le somme, dopo un anno sostanzialmente caratterizzato a livello mondiale dalla pandemia di Coronavirus, mi risulta particolarmente difficile. Mi limito a quello che è il nostro campo, la tecnologia. Ecco, su questo numero trovate quelle che ritengo due tra le novità più interessanti dell’intero 2020, entrambe legate al mondo dei processori.

La prima novità, a cui abbiamo dedicato la copertina, è il processore AMD Ryzen serie 5000. Questo modello sancisce in modo netto e inequivocabile la fine del predominio Intel, iniziato nel 2006 con l’introduzione dell’architettura Intel Core. Ovviamente la “guerra” dei processori è tutt’altro che conclusa e sono sicuro che nel 2021 la casa di Santa Clara proverà a rispondere colpo su colpo. A breve Intel rilascerà i processori Rocket Lake, ma bisognerà aspettare ancora diversi mesi prima di vedere la vera rivoluzione: Alder Lake. Infatti per questi processori sarà adottata una architettura ibrida, che abbina core ad alte prestazioni e core ad alta efficienza (in modo analogo a quanto fa Arm con big.LITTLE).

La seconda novità è il ritorno di Apple all’architettura Risc, dopo 14 anni di “matrimonio” con lntel. Con M1, il primo processore Apple Silicon per Mac, il colosso di Cupertino assume il pieno controllo, software e hardware, dell’intera piattaforma e può dettare tempi e modi di sviluppo in completa autonomia. Ma i primi Mac con processore Arm rappresentano una rivoluzione non soltanto per l’ecosistema Apple, ma per tutto il mondo dei computer. I nuovi MacBook Air, MacBook Pro e Mac mini sono “rivoluzionari” : non sono certo i primi notebook e desktop su base Arm, ma sono i primi che funzionano davvero bene

Sono passati ormai 10 anni dall’annuncio di Microsoft, al CES 2011, di quello che sarebbe diventato WoA (Windows on Arm). E, a distanza di 10 anni, si tratta di un progetto che non ha mai davvero convinto tra limitazioni software, scarsa offerta da parte dei produttori e prestazioni hardware non comparabili ai “normali” sistemi x86. A fine 2019 Microsoft ha cercato un cambio di rotta deciso, introducendo il Surface Pro X con SoC SQ1, nato dalla collaborazione tra Microsoft e Qualcomm. Ma che anche questa soluzione sia zoppa è diventato evidente dopo l’uscita dell’Apple M1. Ebbene, nei benchmark il MacBook Air umilia (è il caso di dirlo, visto che le prestazioni sono 4 – 6 volte superiori) il Surface Pro X.

Al netto del sistema operativo, la zavorra dei sistemi Windows on Arm sembra essere il SoC di Qualcomm. Ma dopo che l’M1 ha aperto la strada, quello che mi aspetto per il 2021 è un maggiore interesse sui SoC Arm per notebook e desktop, con Qualcomm maggiormente impegnata a realizzare soluzioni in grado di competere con gli Apple Silicon. Meno probabile, ma pur possibile, l’arrivo di un nuovo produttore di SoC Arm. Si tratta di Nvidia che, dopo l’acquisizione di Arm a settembre, potrebbe sfornare SoC decisamente più potenti. D’altronde lo stesso Ceo di Nvidia, Jensen Huang, a settembre disse che le Cpu Arm targate Nvidia “sono una possibilità”. Insomma, mi aspetto (e ci aspetta) un 2021 davvero ricco di sorprese.

Vi segnalo infine che, come ogni gennaio, anche in questo numero trovate il codice per scaricare tutta l’annata di PC Professionale, in Pdf, direttamente dal nostro sito. Un’occasione per rileggere o trovare rapidamente prove, approfondimenti e rubriche su oltre 1.500 pagine di contenuti.