Con l’inizio dell’autunno e l’avvicinarsi del periodo natalizio si aprono i mesi più caldi per il settore dei videogiochi. Le serie storiche dell’andamento di mercato decretano l’ultimo trimestre dell’anno come quello durante il quale si registra una crescita nelle vendite di schede grafiche. Per questo motivo i produttori di hardware cercano di farsi trovare pronti con prodotti nuovi o aggiornati per catalizzare l’attenzione e il portafoglio di chi pensa a un acquisto. Questo sarà tuttavia un anno particolare perché proprio in coincidenza del periodo natalizio debutteranno le console Microsoft Xbox One e Sony PlayStation 4; questo riaccenderà in grande stile la bagarre tra i sostenitori delle console e quelli del Pc nel tentativo di decretare quale sia la migliore soluzione per giocare.
Rispetto al passato però qualcosa sarà diverso: l’interno delle console di questa generazione assomiglia moltissimo a un comune computer di fascia economica e i desktop da gioco di fascia intermedia e alta partiranno in netto vantaggio sul fronte della potenza grafica.
di Michele Braga
Il Pc, sebbene le vendite siano in continuo declino, potrebbe guadagnarsi nuovamente l’intero palcoscenico dei videogiochi in campo domestico, come i tablet e gli smartphone stanno progressivamente facendo nel mercato ludico delle console portatili?
La risposta è quasi sicuramente no perché il pubblico delle console ricerca un tipo di servizi e di interazione con i giochi diverso da quello dell’utente Pc, ma senza dubbio quest’ultimo rappresenta lo stato dell’arte sul fronte hardware e lo rappresenterà ancora per diverso tempo, soprattutto in termini di grafica. In questo articolo vi presentiamo un confronto tra le schede grafiche che hanno segnato questi ultimi due anni; chi utilizza il desktop per giocare con molta probabilità possiede una delle schede in test e con i dati che vi forniamo in questo articolo potrà valutare se aggiornare il proprio hardware.
Le schede in prova coprono diverse fasce di prezzo e altrettante tipologie di utente: da quelle economiche dal costo di circa 200 euro fino a quelle top di gamma che superano gli 800 euro.
Amd e Nvidia hanno seguito strade diverse in questi anni, per poi convergere nuovamente verso un tipo di architettura basata su principi molto simili. Nvidia è stata la prima a credere in modo deciso nell’utilizzo delle Gpu come acceleratori per applicazioni al di fuori del settore videoludico e per questo motivo ha sviluppato il progetto Cuda e architetture sempre più adatte al calcolo parallelo. In una prima fase Amd ha preferito mantenere la soluzione che le aveva permesso di raggiungere ottimi risultati, ma in seguito e in concomitanza con l’intenzione di spingere l’utilizzo dello standard OpenCL quale antagonista di Cuda, è stata costretta a migrare all’attuale architettura Gcn.
Così come è avvenuto nel campo delle Cpu, anche in quello delle Gpu Amd sembra però aver abbandonato la sfida al primato assoluto in termini di prestazioni, dirottando le proprie energie nello sviluppo di soluzioni in grado di massimizzare il rapporto tra prestazioni, efficienza e prezzo. Nvidia, pur dando importanza a questi fattori, ha sempre ricercato anche il massimo delle prestazioni, sebbene questo abbia portato alla realizzazione di chip più grandi e con un consumo spesso più elevato di quelli della rivale.
Prima di passare alla prova vera e proprie e al commento dei risultati abbiamo voluto ricapitolare a grandi linee i tratti salienti delle architetture Amd e Nvidia, proponendo in due tabelle riassuntive le principali caratteristiche hardware delle Gpu che hanno rappresentato le ultime due generazioni di serie Radeon HD e GeForce GTX.
Uno degli dati più interessanti e che va al di là delle prestazioni di gioco è quello relativo alla crescita della potenza di calcolo vera e proprie delle Gpu: oggi un processore grafico di fascia alta è capace di eseguire dai 4 ai 4,5 Gflops (floating point per second, operazioni in virgola mobile in singola precisione al secondo), mentre solo un paio di anni fa la potenza dei modelli più evoluti si attestava tra i 1,5 e 2,5 Gflops. Il passaggio dalla tecnologia produttiva a 40 nanometri a quella a 28 nanometri ha permesso di raddoppiare il numero di transistor presenti sui die e di raddoppiare la potenza di calcolo, senza però richiedere un aumento dei consumi complessivi delle schede grafiche. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 270 di PC Professionale