Sul mercato italiano degli accessi Internet a banda larga, la fibra ottica è da anni considerata come una tecnologia di nicchia, utile in ambito residenziale a pochi utenti prosumer maniaci delle performance velocistiche e per nulla competitiva rispetto alle diffuse Adsl nonostante gli innegabili vantaggi prestazionali. I motivi di questo (pre)giudizio sono molti, a partire dalla storica rete in rame gestita dall’ex-monopolista Telecom Italia e che si è rivelata una comoda testa di ponte verso le linee Adsl, passando per un certa arretratezza nella diffusione di Internet nel nostro Paese nel corso degli scorsi anni, sino ad arrivare a logiche di opportunità e concorrenza seguite dagli operatori del settore e alla obiettiva scarsa domanda da parte degli utenti finali.
di Simone Zanardi
Le cose sono mutate nel corso degli ultimi anni. In primo luogo, è cambiato l’approccio a Internet o, per essere più precisi, sono cambiate le applicazioni che sfruttano la rete richiedendo velocità sempre maggiori. Se sino a qualche tempo fa i servizi più esigenti in ambito velocistico erano le videochiamate VoIP o il gioco online, oggi le piattaforme cloud e le applicazioni di streaming video in alta definizione mettono a dura prova anche le Adsl più performanti, soprattutto quando aumenta il numero di utenti connessi contemporaneamente al network locale e il traffico generato da più linee sulla medesima rete di accesso. Con l’avvento degli standard Ultra Hd e l’ulteriore diffusione del paradigma cloud, questa tendenza è destinata ad accentuarsi nel futuro prossimo. Gli operatori non stanno certo a guardare e, chi prima chi dopo, si sono tutti attivati per mettere a punto o estendere la propria offerta commerciale basata sulla fibra ottica.
Nelle prossime pagine analizzeremo le mosse dei quattro provider nazionali nel dettaglio, ma prima di farlo è necessario qualche appunto di carattere tecnologico. Innanzitutto, non tutte le cosiddette connessioni in fibra pubblicizzate dagli operatori si basano unicamente sulla trasmissione ottica, ma in molti casi utilizzano un approccio ibrido fibra/rame per portare la connessione sino alle nostre case. Da questo punto di vista, possiamo distinguere tre tipi di architettura di rete: la cosiddetta Ftth (Fiber To The Home) prevede la posa del cablaggio in fibra ottica sino alla casa o all’appartamento dell’utente.
Si tratta della tecnologia più performante, ma anche di quella più dispendiosa in termini di investimenti da parte dell’operatore. L’approccio Fttdp (Fiber To The Distribution Point) porta invece la fibra sino a punto di distribuzione nei pressi dell’utenza finale, coprendo l’ultima tratta, di un massimo di circa 250 metri, con un cablaggio in rame. Da ultimo, esiste l’opzione Fttc (Fiber To The Cabinet), in cui la fibra raggiunge l’armadio ripartilinea più vicino alla casa dell’utente finale per poi lasciare il passo al classico doppino in rame. Con questa opzione si possono raggiungere velocità di 100 Mbps per brevi tratte in rame, mentre con un chilometro circa tra cabinet e utente ci si attesta sui 30 Mbps circa. In Italia gli operatori stanno lavorando su tutti i fronti della distribuzione in fibra: come vedremo tra poco, la maggior parte delle attuali offerte si basano sull’architettura Fttc, che offre anche la copertura più capillare, mentre le linee Ftth rappresentano il futuro prossimo delle connessioni a banda larga. (…)
Trovate l’articolo completo su PC Professionale di marzo 2015