Gli smartphone sono strumenti sempre più versatili, perfetti anche per le foto. Questo mesene analizziamo le potenzialità , con i consigli sulle tecnichee app migliori da utilizzare.
di Valerio Pardi
Tutti noi abbiamo sempre una fotocamera in tasca, quella del telefono cellulare. Fino a pochi anni fa questo tipo di fotografia era però pieno di difetti, legati sia alla parte tecnologica (bassa risoluzione, scarsa qualità delle ottiche e del sensore) sia a quella creativa, con la sola possibilità del “punta-e-scatta”. Con i nuovi modelli di smartphone la qualità fotografica si è alzata davvero molto e le tante app consentono di aggiungere creatività ed effetti speciali senza Pc.
Foto e smartphone: questa ai fotografi puristi può sembrare una eresia, ma in realtà scegliere un “telefono” per fotografare non è più un’azione così fuori dal comune, tutt’altro! La possibilità di utilizzare immediatamente l’immagine appena catturata, per condividerla su un social network o per spedirla via email e messaggio, sono la principale differenza tra gli smartphone e le tradizionali macchine fotografiche. Non è raro, ormai, vedere persone che, pur avendo in mano o al collo una fotocamera compatta, per scattare una foto estraggono lo smartphone dalla tasca, preferendolo allo strumento che dovrebbe essere il più indicato per quel tipo di occasione. Alla base di questo cambio di abitudini vi sono alcuni elementi tecnologici (ma non solo), che hanno permesso questa evoluzione. Innanzitutto la qualità dei sensori e delle ottiche utilizzate, che hanno subito un miglioramento e un perfezionamento evidente; in secondo luogo la possibilità di utilizzare app dedicate permette di ottenere fotografie già postprodotte, elaborate e pronte all’uso e, infine, la possibilità di sfruttare la presenza di una connessione alla Rete rende più immediata e semplice la condivisione delle immagini catturate.
Nel mercato Usa il 46% degli adulti possiede oggi uno smartphone e durante il 2011 sono state scattate circa 80 miliardi di fotografie proprio con lo smartphone. Le previsioni della società di ricerca Infotrends indicano che nel 2015 saranno 105 miliardi le immagini scattate negli States con un telefonino evoluto, circa 322 fotografie per persona, quasi una al giorno. Questo numero sarà anche la metà delle fotografie digitali complessive scattate con un apparecchio digitale tra tre anni. La stessa società di ricerche prevede che a livello mondiale, nel 2015, gli smartphone sul mercato raggiungeranno i due miliardi di unità , uno ogni tre persone nel mondo. Se il nostro Paese, storicamente, ha accusato ritardi nell’evoluzione tecnologica di alcuni settori, nel segmento della telefonia si è sempre distinto per una vivacità fuori dalla norma; per questo è plausibile considerare valide e attendibili le stime appena riportate anche per l’Italia, con le dovute differenziazioni per quanto riguarda il numero di consumatori complessivi.
Ma che lo smartphone e il telefono più in generale sia diventato uno strumento per la ripresa fotografica non è certo una novità , e non servono neppure i risultati di ricerche di mercato specifiche. È sufficiente recarsi a un concerto, o una semplice manifestazione in strada, per rendersi conto di quante persone, oggi, già utilizzano lo smartphone in questo modo. Braccio disteso, telefono stretto nella mano e la fotografia è fatta. L’evoluzione tecnologica cambia evidentemente anche i costumi. Il passaggio dalle fotocamere a pellicola a quelle digitali, dotate di display esterno, ha fatto sì che l’azione di inquadrare passasse dall’occhio accostato al mirino a una visione a distanza della fotocamera, tenuta con entrambe le braccia a una certa distacco dagli occhi. Oggi gli smartphone semplificano ancor di più tale procedura: una sola mano e braccio singolo disteso. Questa è la nuova immagine del fotografo digitale, o almeno, di gran parte di essi.
Foto e smartphone, un déjà -vu dei primi passi del digitale
La fotografia digitale ha percorso anni di evoluzione, dalla sua nascita, per rendersi indipendente dalla fotografia su pellicola. Il fattore qualità è stato per anni un elemento su cui si è lavorato per garantire prestazioni almeno simili, o comunque sufficienti, rispetto alla fotografia tradizionale. I sensori si sono evoluti, hanno migliorato la risoluzione e la resa alle alte sensibilità , sono stati progettati processori d’immagine ad hoc per gestire i dati provenienti dal sensore in modo ottimale e restituire una fotografia con un dettaglio elevato e con colori realistici e naturali. (…)
Estratto dal numero 254 di maggio 2012