Se desktop e notebook sono il passato e smartphone e tablet rappresentano il presente, il futuro del Pc è nei wearable computer (letteralmente computer indossabili). Di questo ne sono praticamente certi gli esperti e gli analisti di mercato, le cui stime prevedono nei prossimi anni una crescita davvero esplosiva. Secondo uno studio di IMS Research, il mercato dei wearable passerà dalle 14 milioni di unità del 2011 alle 171 milioni del 2016. Ancora più ottimistiche le previsioni di ABI Research, che ha stimato in 485 milioni il volume annuo che i wearable raggiungeranno nel 2018. Ma i wearable non sono, concettualmente, nulla di particolarmente innovativo, tanto che i primi prototipi risalgono agli anni 90.
di Eugenio Moschini
Se solo oggi sono tornati alla ribalta (e nel prossimo futuro avranno sempre più spazio) è dovuto principalmente a due motivi. Il primo – e più ovvio – è che solo l’attuale tecnologia ha un livello di miniaturizzazione tale da permettere di realizzare soluzioni non solo “indossabili” ma anche sufficientemente “intelligenti”. Il secondo aspetto, che oggi rende particolarmente interessanti i wearable, è che nascono come complemento di un’altra categoria di dispositivi, che ormai tutti abbiamo in tasca: gli smartphone.
Moda passeggera o cambio epocale? Forse non tutte le soluzioni sopravvivranno o forse dopo una prima fase entusiastica molti utenti li bolleranno come inutili gadget, ma sta di fatto che oggi tutti (o quasi) i colossi dell’informatica stanno scommettendo pesantemente su questo settore. Una prova? I wearable hanno affollato gli stand del Ces di Las Vegas e del Mwc di Barcellona, imponendosi in assoluto come il trend del 2014.
Wearable computer: categorie e fattori di forma
I wearable si possono dividere in 5 macrofamiglie, in base al loro campo di utilizzo: infotainment (neologismo che nasce dalla fusione tra information e entertainment), fitness e benessere, healthcare e medicale, industriale e, infine, militare. Si possono suddividere anche per il fattore di forma, che si diversifica per adattarli ai più svariati compiti (i prototipi spaziano dal calzino alla lente a contatto fino alla tutina per neonati).
Al momento però i wearable sono identificati essenzialmente in tre formati: orologio, braccialetto e occhiali. Mentre sul mercato è possibile trovare già un buon numero di “smart watch”e “smart band”, gli “smart glass”sono ancora una merce rara e limitati a una nicchia di utenti.
Si tratta di una carenza solo temporanea: entro fine 2014 Google dovrebbe rivoluzionare le carte in tavola commercializzando i Google Glass.
Questo dispositivo, presentato nel 2012 a San Francisco nel corso della Google I/O, rappresenta il primo risultato “ufficiale” del Project Glass, uno dei progetti nati dal laboratorio Google X. Nonostante fossero ancora un prototipo, l’interesse che i Google Glass suscitarono fu istantaneo, tanto che la rivista Time li premiò come invenzione dell’anno.
Gli sviluppatori che presero parte al Google I/O 2012 poterono preordinare circa 2.000 sample, che furono consegnati all’inizio dell’anno successivo. Sempre nel corso del 2013, Google ha avviato un secondo programma di beta testing, su un numero più ampio di utenti, chiamati “Explorer”. In questa seconda tornata sono stati distribuiti altri 8.000 dispositivi. Il programma continua ancora oggi e un numero sempre maggiore di Glass dovrebbe arrivare sul mercato, molti utenti Explorer hanno ricevuto tre inviti, da girare a parenti o amici, validi per acquistare i Glass. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale numero 276