L’Ifa di Berlino, che quest’anno si è tenuta dal primo al quattro settembre, ha visto crescere ancora di più la propria importanza e i numeri lo confermano. È diventata la più importante esposizione europea di elettronica di consumo; l’unico problema è che è diventata anche troppo dispersiva e priva di un’identità ben definita. All’Ifa c’è di tutto, dagli smartphone ai frigoriferi; i produttori più legati al mondo dell’informatica hanno traslocato in massa dal CeBIT, fiera molto più specializzata che ormai ha fatto il suo tempo. Ifa ha occupato un’area di 158.000 metri quadrati, il 5% in più rispetto allo scorso anno; ci sono stati 1.823 espositori (+13%) ed è stata visitata da 240.000 persone, di cui 2.800 sono stati giornalisti provenienti da 50 diversi Paesi.
di Pasquale Bruno
Si stima che il volume d’affari abbia sfiorato i 4,5 miliardi di euro; una cifra molto grande e decisamente in crescita rispetto ai 4,3 miliardi dell’edizione 2015. I temi cardine durante le innumerevoli conferenze sono stati l’evoluzione digitale: dalla smart home alle automobili intelligenti, passando per la realtà virtuale e il cruciale tema dell’IoT (Internet of Things, Internet delle cose), i maggiori protagonisti del mercato (Intel in testa) hanno mostrato la propria visione del futuro.
Dal punto di vista commerciale c’è stata abbondanza di nuovi prodotti legati al mondo mobile, smartphone innanzitutto; si sono visti invece pochi tablet “puri”, che hanno perso interesse rispetto ai più evoluti notebook convertibili (con tastiera rotante, per esempio) oppure ai dispositivi 2-in-1 (tipicamente tablet con tastiera staccabile). L’area dedicata alla smart home è stata tra le più visitate, con 3.000 metri quadri di spazio occupato da più di 40 aziende produttrici.
C’è da dire che quest’anno non c’è stato un tema, o un dispositivo, che abbia dominato più di altri e abbia catalizzato l’interesse generale. Nel 2015 si è visto il boom dei visori per la realtà virtuale o dei televisori Oled, il 2016 va considerato più come un anno di assestamento e di maturazione dei vari prodotti, che sono diventati più accessibili e meglio sfruttabili. Si può prendere come esempio il settore degli smartwatch, ricco di proposte convincenti (due su tutte, Asus Zenwatch 3 e Samsung Gear S3, senza contare il “grande assente” Apple Watch 2). In ambito smartphone c’è stato un balzo generazionale dei prodotti di fascia media, che a parità di prezzo offrono caratteristiche molto più evolute rispetto all’anno scorso. Schermi Full Hd, sensori per impronte digitali, fotocamere con stabilizzatore e memoria in abbondanza sono diventati la norma nei prodotti intorno ai 300 euro. Il già citato settore dei 2-in-1 è quello che sembra riscuotere maggior attenzione da parte dei produttori (è anche l’unico con qualche margine di crescita per il futuro) e si assiste a un maggiore assortimento nella fascia media, con prezzi ben al di sotto dei 1.000 euro. Asus e Lenovo in particolare hanno mostrato una gran quantità di nuovi modelli, con prezzi a partire dai canonici 299 euro, che ben si propongono per il mercato natalizio. A Lenovo va dato poi atto di grande creatività nello sfornare prodotti come lo Yoga Book, convertibile molto particolare che apre nuovi scenari di utilizzo. (…)