Le soundbar servono? Schermi piatti o curvi di grandi dimensioni e con design raffinati, altissima definizione, connettività , applicazioni e interattività sempre maggiore. I moderni televisori rappresentano senza ombra di dubbio il fulcro dell’intrattenimento domestico, offrono prestazioni e qualità sorprendenti ma difettano spesso sotto l’aspetto dell’audio, caratteristica che non pare rientrare tra le priorità dei produttori. Il motivo è dettato da pure esigenze di design: per stare al passo con il mercato estremamente dinamico degli apparecchi televisivi, le aziende devono infatti proporre dispositivi sempre più ricchi di funzioni ma, soprattutto, attraenti sotto il profilo estetico, qualità che secondo le tendenze si concretizza in particolare sullo spessore minimo del pannello e sull’assenza o quasi della cornice.
di Marco Martinelli
Appare quindi evidente come quegli altoparlanti di dimensioni talvolta anche generose – che trovavano facilmente posto all’interno delle precedenti generazioni di televisori e producevano un buon impatto sonoro sfruttando il cabinet come cassa di risonanza – non siano più utilizzabili e vengano rimpiazzati da driver estremamente compatti ma decisamente meno performanti tanto sul piano della potenza d’uscita quanto su quello della resa acustica. Poiché è assodato che la componente sonora assume un ruolo fondamentale nel determinare il grado di coinvolgimento della spettatore nella visione di un film, è evidente come il primo e pressoché indispensabile upgrade dell’home theater domestico sia rappresentato proprio dalla sezione audio. Tra le varie soluzioni possibili, l’impiego di una soundbar o di una soundbase è quella probabilmente più efficace per coniugare al meglio le esigenze di arredamento, di spazio e di resa sonora, in maniera facile e senza necessariamente spendere cifre importanti.
Prima di proseguire è bene chiarire un aspetto fondamentale, per evitare acquisti errati e risultati deludenti o inferiori alle aspettative: anche le soundbar/soundbase più sofisticate, equipaggiate con driver multipli e capaci di gestire i flussi audio multicanale Dolby e Dts, possono soltanto simulare in maniera approssimativa un sistema surround reale con altoparlanti disposti attorno allo spettatore. Se la finalità è quella di allestire un impianto audio/video multicanale ad alta dinamica che fornisca il massimo realismo, dovrete per forza di cose orientarvi verso prodotti complessi e performanti che nelle realizzazioni più complete, per esempio in configurazione Dolby Atmos o Dts X, possono arrivare a comprendere fino a sette altoparlanti tra canali anteriori, centrali, laterali e posteriori, più due subwoofer e altri quattro diffusori installati a soffitto. Una simile soluzione offre indiscutibilmente risultati di alto profilo ma richiede un investimento economico di pari livello e, soprattutto, un locale adatto e l’impegno nella sistemazione e configurazione dei componenti. Al contrario, una soundbar si installa in pochi minuti integrandosi in maniera perfetta e non invasiva in qualsiasi ambiente domestico e può offrire ottimi risultati, seppur ovviamente non ai livelli dei sistemi prima citati.
In sintesi, una soundbar è un sistema di amplificazione sonora i cui componenti essenziali sono rappresentati dall’elettronica di gestione dei segnali audio e pilotaggio dei driver e da più altoparlanti che diffondono in suono generalmente in posizione frontale e/o laterale per simulare al meglio l’effetto surround. Le soundbase rappresentano una variante delle precedenti e si differenziano perché, come si evince dal nome, fungono anche da supporto per lo schermo. L’elemento caratterizzante di una tipica soundbar è la struttura sviluppata in larghezza (generalmente fino a un metro) e con un’altezza ridotta, condizione necessaria per consentirne la sistemazione alla base del televisore senza ostruire la parte bassa dello schermo; la maggior parte dei modelli in commercio consente inoltre l’installazione a parete, utilizzando le staffe fornite in dotazione.
Una soundbar può effettivamente assumere il ruolo centrale dell’intrattenimento audio domestico, soprattutto quando integra funzionalità di rete con possibilità d’interfacciarsi a librerie remote su Pc e Nas e ai principali servizi online di musica streaming. Tutti i prodotti in prova sono equipaggiati con il Bluetooth, che consente la trasmissione wireless dell’audio da computer e dispositivi mobili con estrema semplicità ; alcuni però vanno oltre offrendo il Wi-Fi e la compatibilità nativa con servizi online come Spotify – il più ricco in assoluto quanto catalogo musicale – che attraverso la funzione Connect offre (agli utenti Premium) diversi vantaggi tra cui la connessione diretta via Internet tra il servizio e la soundbar, senza impegnare le risorse di smartphone e tablet che assumono in questo caso il semplice ruolo di controllo remoto.
Da non sottovalutare la capacità d’espansione delle soundbar più sofisticate, in grado di evolvere con la semplice aggiunta di componenti addizionali in veri e propri sistemi multiroom, fino a sonorizzare in modo graduale un intero appartamento con la minima fatica sia sul piano della realizzazione tecnica sia in termini di usabilità . (…)
Estratto dal numero di marzo 2016 di PC Professionale