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Il jukebox infinito

Marco Martinelli | 13 Settembre 2016

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Ascolto ininterrotto senza limitazioni di scelta, di quantità  e di qualità , con anche la possibilità  di scaricare i file per […]

Ascolto ininterrotto senza limitazioni di scelta, di quantità  e di qualità , con anche la possibilità  di scaricare i file per risentirli quando ci troviamo eventualmente offline: questo, in estrema sintesi, è quanto offrono i servizi di musica online che diffondono in streaming i propri cataloghi musicali composti da milioni di brani dei più svariati generi, che diventano immediatamente fruibili da qualsiasi dispositivo connesso in Rete e adatto a riprodurre i formati audio più utilizzati. Ma non solo, poiché l’offerta standard include quasi sempre elementi accessori quali playlist personalizzate sulla base delle proprie preferenze espresse in fase di iscrizione/registrazione al servizio, consigli, biografie degli artisti, note di copertina degli album, liriche e altre informazioni utili.

di Marco Martinelli

ICON_EDICOLASi tratta di un insieme di caratteristiche estremamente gradite dagli utenti, che contribuiscono a creare un ecosistema musicale eccellente e portatile, aspetto di primaria importanza poiché generalmente le offerte sono particolarmente mirate verso un pubblico giovane, ottimizzate per l’ascolto da tablet e, soprattutto, da smartphone. In concreto, la musica streaming costituisce l’atto finale della smaterializzazione dei supporti musicali, che si avviano inevitabilmente al declino (tranne eccezioni in sorprendente controtendenza come il disco in vinile, mai veramente abbandonato dagli audiofili più conservatori e intransigenti) in favore della trasmissione totalmente digitale del segnale audio, fino alla fase finale di conversione analogica. Come abbiamo già  avuto modo di evidenziare in precedenti occasioni, l’ascolto in modalità  streaming rappresenta una svolta epocale perché cambia il modello di utilizzo della musica da possesso ad accesso, annullando di fatto le distinzioni tra piattaforme hardware dedicate alla lettura/ricezione del segnale audio: niente più quindi supporti differenti da riprodurre su apparecchiature dedicate, ma un unico flusso dati sempre attivo e sempre disponibile, copertura della Rete permettendo. La situazione trova piena conferma nei dati evidenziati dal rapporto della Fimi, la Federazione Industria Musicale Italiana: nel mercato italiano, che ha registrato un incremento del 21% arrivando a fatturare 148 milioni di euro nel 2015, il segmento digitale rappresenta il 41% del totale, una quota rilevante trainata dai servizi premium, ovvero di streaming a pagamento, cresciuti del 63% e riuscendo a generare un giro d’affari di oltre 26 milioni di euro, che si sommano ai 14 milioni di euro dei servizi gratuiti.

Sette servizi per un mercato in rapida crescita

Nelle pagine seguenti potete trovare una rassegna di servizi online che abbiamo provato, sette piattaforme scelte tra le più note e diffuse che offrono un servizio di base similare e prezzi pressoché allineati con abbonamenti a cadenza mensile e sconti per piani famiglia o contratti a più lungo termine. L’unica eccezione è rappresentata da Tidal, piattaforma che si rivolge in particolare agli utenti più esigenti in fatto di resa sonora proponendo anche un’offerta mirata a non sacrificare in alcun modo la qualità : al posto del solo formato compresso e lossy – ovvero a perdita d’informazione, come Mp3, Ogg o Aac – utilizzato da altri servizi, Tidal propone anche una modalità  di stream in Flac senza perdita d’informazioni, ovviamente a un prezzo maggiorato pari a circa il doppio rispetto alla media che si attesta intorno ai 10 euro mensili.

È opportuno ricordare che alcuni servizi offrono anche una modalità  di accesso gratuita, che si finanzia con la pubblicità  inserita nelle pagine Web e nell’app di accesso ai servizi oppure tra le canzoni durante l’ascolto; in genere sono presenti altre limitazioni quali l’acceso alle sole playlist pubbliche oppure a un numero limitato di canzoni del medesimo artista, oppure la trasmissione a un bitrate inferiore rispetto al massimo disponibile. E, ovviamente, senza la possibilità  di scaricare alcunché in locale. Gli indecisi possono comunque beneficiare di un periodo di prova gratuito di almeno un mese nella maggioranza dei casi (generalmente meno sui dispositivi mobili), anche se non mancano offerte promozionali di periodi più lunghi o di tariffe ultrascontate per i nuovi utenti. All’atto dell’iscrizione all’abbonamento di prova viene sempre richiesta una carta di credito di appoggio, che potete fornire tranquillamente poiché non comporta alcuna spesa in questa fase: se il servizio non risulta gradito o si cambia idea per qualsiasi ragione, è sufficiente entrare nel proprio account e disdire il rinnovo automatico per evitare qualsiasi addebito presente e futuro. Vale la pena di iscriversi anche alla newsletter che pressoché tutti offrono, sia per rimanere sempre informati sulle novità  a catalogo sia, soprattutto, per sfruttare eventuali promozioni. È bene sottolineare come l’abbonamento di prova offra sempre il completo accesso al servizio, compreso il download illimitato dei brani: resta inteso che il mancato rinnovo comporterà  altresì l’impossibilità  di accedere anche alla musica scaricata in locale. (…)

Trovate l’articolo completo su PC Professionale di settembre 2016