L’avvento dei primi smartphone con sistema operativo Android porta con sé un nuovo modello d’uso a cui non siamo ancora abituati. Per funzionare al meglio, questi dispositivi presuppongono una connessione permanente a Internet via rete cellulare 3G. Il sistema operativo sviluppato dal consorzio Open Handset Alliance è infatti strettamente legato ai servizi on line di Google (che è a capo del consorzio). Solo se si è sempre connessi si possono apprezzare appieno i vantaggi di questa architettura, che prevede la sincronizzazione in tempo reale con il calendario, la rubrica dei contatti, i documenti che risiedono fisicamente sui server di Google. Non meno importante è la possibilità di ricevere in modalità push la propria posta Gmail. Se si vanno ad analizzare le offerte dei provider telefonici nazionali si scopre quanto ancora siamo indietro su una filosofia di questo tipo. Molte offerte, tipicamente quelle più a basso costo, sono basate su una tariffazione a tempo che evidentemente mal si concilia con la necessità di restare sempre on-line. Per non parlare poi della tariffazione a blocchi di 15 minuti: anche se ci si collega per un secondo, spesso viene addebitato comunque un quarto d’ora di connessione. Ci sono poi le tariffe a volume. Anche in questo caso quelle più economiche prevedono pochi Mbyte al giorno di traffico; se si accede spesso a YouTube, 50 Mbyte volano via in un lampo. Per avere una connessione flat (che poi davvero flat non è mai, visto che di solito il limite è 5 Gbyte al mese) bisogna spendere ancora tanto, troppo. Vogliamo sperare che l’arrivo dei terminali di nuova generazione dia uno scossone a questo stato di cose; non si può pretendere da un utente che già paga l’Adsl a casa di spendere altri 20 o 30 euro per la connessione sul telefonino. •
Il miraggio del piano dati flat sul telefonino
L’avvento dei primi smartphone con sistema operativo Android porta con sé un nuovo modello d’uso a cui non siamo ancora […]