In un articolo pubblicato ieri sul sito dell’Herald Tribune si asserisce che, se non ci saranno cambiamenti repentini, entro il 2011 Internet tracollerà . E a favore di questa ipotesi il blasonato giornale riporta due tendenze impressionanti: il numero sempre maggiore di chi accede al Web e l’aumento esponenziale del traffico, soprattutto video. Il noto giornale chiarisce il concetto con un paragone che è sicuramente d’effetto: la banda necessaria per il traffico generato solo da YouTube nel 2007 è stata come quella necessaria a soddisfare tutto il traffico mondiale del 2000. L’aumento del traffico video e del P2P porterebbe a una richiesta di banda da parte degli utenti che entro il 2011 gli operatori non sarebbero più in grado di soddisfare.
Questo senza tenere in considerazione le nuove tecnologie, la miniaturizzazione dei server che permette già oggi di allocare più potenza elaborativa in minor spazio e con minori problemi di raffreddamento. Anche l’Herald Tribune conclude chiarendo che sarà proprio la tecnologia a salvare la banda larga.
Occhei. Quello che però mi ha colpito guardando il grafico (qui a fianco), ripreso da una ricerca di Cisco, è l’aumento di banda richiesta sia per il video visto sul Pc sia per quello veicolato sulla televisione. Vi ricordo che già oggi qui da noi sono attivi i servizi di IP TV di Fastweb (il più vecchio), Alice e, da poco, Tiscali e Wind. Tutti i tre operatori veicolano tramite Internet i canali televisivi in chiaro (gratuiti), canali tematici a pagamento e altri con la formula pay per view. E stanno spingendo su questo servizio, tant’è che anche gli abbonamenti meno costosi offrono banda passante in grado di supportare il traffico generato dal video streaming. Negli Usa il fenomeno è meno evidente per la grande diffusione della televisione via cavo.
Analizzando il grafico si può anche notare la forte crescita peer-to-peer, ovvero lo scambio di file tra computer, fenomeno in forte crescita nei Paesi emergenti.
I video e lo scambio di file intaseranno Internet? Non penso proprio, oramai il Web fa troppo parte della nostra cultura e per i provider fa troppo business per non investire nel potenziamento delle infrastrutture. Eppure l’articolo dell’Herald Tribune mi ha lasciato un po’ sgomento. Provate a pensare a cosa potrebbe succedere se in un certo momento non ci fosse più la possibilità di accedere al Web. Quanti servizi, quante operazioni, quante informazioni ruotano oramai intorno al mondo digitale. Non vedere la televisione può essere lo spunto per leggere un buon libro. Ma non accedere a Internet, alla posta, ai servizi bancari… è una prospettiva agghiacciante. E voi cose ne pensate?