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La prova in laboratorio dell’iMac 27″ 5K

Michele Braga | 2 Dicembre 2015

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È passato un anno dall’autunno 2014 quando Apple ha introdotto nella linea di sistemi iMac il modello dotato di un […]

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È passato un anno dall’autunno 2014 quando Apple ha introdotto nella linea di sistemi iMac il modello dotato di un display con risoluzione 5K. In questa fine del 2015 arriva un primo e importante aggiornamento che tocca l’intera linea dei prodotti all-in-one della casa di Cupertino. Ancora una volta il display gioca il ruolo del protagonista: la linea iMac da 21,5 pollici è ora disponibile anche con pannello in standard 4K – quello vero – mentre dietro le quinte assistiamo a un cambio di tecnologia che permette agli iMac di offrire una gamma cromatica ancora più ampia con supporto allo spazio colore DCI P3.

di Michele Braga

ICON_EDICOLADal punto di vista estetico gli iMac 2015 non presentano novità  significative rispetto ai modelli presentati lo scorso anno: l’elegante scocca in alluminio è sia un elemento di design raffinato sia il supporto per l’alloggiamento dell’hardware interno, mentre il display domina la superficie frontale del sistema.
I progettisti e gli ingegneri di Apple hanno lavorato sotto alla carrozzeria per fornire più potenza di calcolo attraverso una progressione costante, ma centellinata sul fronte delle unità  Cpu e Gpu. Tuttavia, a dispetto dell’evoluzione alla quale assistiamo ogni anno attraverso l’aggiornamento dei componenti chiave, dobbiamo anche evidenziare la persistenza di scelte tecniche e commerciali discutibili quando si considerano le configurazioni disponibili e il loro prezzo di acquisto.
I modelli base offrono, infatti, il minimo sindacale in termini di hardware per sistemi di questa classe – o costo – e se il display ha caratteristiche adeguate ai contenuti di attuali, così come a quelli di futura generazione, la configurazione hardware d’ingresso potrebbe trasformarsi in un limite nel giro di un paio di anni, soprattutto per pressoché inesistenti possibilità  di aggiornamento dei componenti. Valutate quindi con molta attenzione le vostre necessità  e in fase di acquisto, se potete, optate perlomeno per un processore più potente e, come vi illustreremo tra poco, per un disco allo stato solido.

Display

Il display è senza dubbio l’elemento che cattura l’attenzione quando ci si siede davanti a un iMac. Se pensate che ciò accada perché il pannello occupa quasi interamente il frontale del sistema avete scovato solo metà  del motivo; l’altra metà  dipende dalla qualità  dell’immagine offerta dai più recenti sistemi Apple. La tecnologia Retina – utilizzata per la prima volta sui dispositivi mobile – è ormai presente sulla maggior parte dei prodotti della casa di Cupertino: iPhone, iPod, iPad, MacBook, MacBook Pro e, appunto, iMac. L’all-in-one da 21,5 pollici può essere acquistato con il nuovo pannello 4K che offre una risoluzione di 4.096 x 2.304 pixel (9.437.184 pixel), con un incremento di pixel pari a circa il 455% rispetto al modello base – lo standard sino a oggi – che offre una risoluzione Full Hd da 1.920 x 1.080 pixel (2.073.600 pixel) e quasi al 14% in più rispetto a una risoluzione Ultra Hd da 3.840 x 2.160 pixel (8.294.400 pixel), equivalente a quattro volte quella Full Hd.

Tutta la linea iMac da 27 pollici è equipaggiata con il pannello 5K – lo scorso anno era possibile scegliere anche il modello con risoluzione 2.560 x 1.440 pixel – e offre una risoluzione effettiva pari a 5.120 x 2.880 pixel (14.745.600 pixel). La vera novità  introdotta da Apple riguarda però la tecnologia impiegata per la retroilluminazione del pannello: sono stati abbandonati i led a luce bianca per adottare la tecnologia led a fosfori rossi e verdi. I led bianchi sono in realtà  led blu ricoperti da fosfori che emettono nel giallo, in modo che la luce blu e gialla appaia bianca ai nostri occhi. Questa luce, però, mal si adatta al passaggio attraverso i filtri Rgb posti davanti ai subpixel del display lcd. La componente blu non ha problemi, ma la parte gialla deve diventare verde e rossa, una trasformazione che comporta uno spreco enorme di fotoni e una conseguente bassa intensità  delle rispettive componenti luminose.

La tecnologia impiegata da Apple prevede l’utilizzo di fosfori che emettono nel rosso e nel verde, in modo che l’emissione spettrale complessiva della retroilluminazione sia caratterizzata da luce blu, rossa e verde di maggiore intensità  e con frequenze ben centrate su quelle dei rispettivi filtri Rgb.
Questa tecnologia utilizza led blu ricoperti di fosfori che permettono di ottenere luce con picchi intensi nelle tonalità  del rosso e del verde. Con una retroilluminazione più precisa, i nuovi pannelli Apple offrono un gamut molto più ampio rispetto al passato, tanto da coprire circa il 99% di quello DCI P3 (lo standard utilizzato per la distribuzione dei film per la riproduzione sui proiettori cinematografici). Grazie all’ampio gamma di colori riproducibile dai nuovi display, gli iMac saranno particolarmente apprezzati chi lavora su fotografie e video sia per professione sia per hobby. (…)

Trovate l’articolo completo su PC Professionale di dicembre 2015