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Inchiesta: qualità  degli inchiostri compatibili

Redazione | 4 Giugno 2015

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Siete decisamente soddisfatti della vostra nuova multifunzione inkjet, che funziona alla perfezione e consente a tutti in famiglia di ottenere […]

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Siete decisamente soddisfatti della vostra nuova multifunzione inkjet, che funziona alla perfezione e consente a tutti in famiglia di ottenere fotocopie in bianco e nero e a colori in pochi istanti, stampare documenti di ogni genere e anche foto direttamente dal tablet o dallo smartphone via Wi-Fi. L’entusiasmo iniziale rischia però di dissiparsi quando a un certo momento, dopo aver prodotto un numero di stampe neanche poi tanto elevato, inevitabilmente comparirà  sul display o sul monitor l’avviso di esaurimento delle cartucce, e dovrete mettere mano al portafoglio per acquistare i ricambi. Solo allora vi accorgerete che un set di nuove cartucce può costare addirittura quasi quanto la periferica e, probabilmente, vi passerà  la voglia di stampare oppure diventerete molto riflessivi prima di premere nuovamente il comando di stampa.

di Marco Martinelli

ICON_EDICOLAIl costo delle cartucce rappresenta infatti una voce di spesa costante e rilevante per qualsiasi periferica inkjet e per tale ragione sul mercato esistono da tempo soluzioni alternative ai ricambi originali che consentono di ridurre i costi e continuare a stampare senza problemi. D’altronde è risaputo che i materiali di consumo costituiscono la principale fonte di reddito per i produttori di periferiche di stampa, che investono cifre rilevanti in ricerca e sviluppo per migliorare le formulazioni esistenti o studiarne di nuove per offrire agli utenti un prodotto sempre più affidabile e una qualità  di stampa ai massimi livelli, costi che inevitabilmente si ripercuotono sull’utente finale. Al contrario, i produttori di inchiostri e cartucce alternativi si limitano a proporre un prodotto che in un certo senso imita l’originale, ma con costi di realizzazione di gran lunga inferiori che consentono di mantenerne più basso il prezzo. Il compatibile diventa quindi un’alternativa estremamente interessante sotto il profilo economico, al punto che gli utenti più esperti che necessitano di produrre molte copie talvolta scelgono la periferica di stampa sulla base della disponibilità  di inchiostri e cartucce di terze parti.

Occorre tuttavia puntualizzare un aspetto essenziale: per quanto di qualità , un inchiostro compatibile destinato a stampanti consumer (in ambito professionale il discorso si fa più articolato) molto difficilmente riprodurrà  esattamente la resa di un originale, soprattutto in campo fotografico. Se per le stampe generiche su carta comune la maggior parte dei consumabili alternativi è infatti in grado di assicurare risultati accettabili, con le immagini ad alta risoluzione la resa rimane un’incognita molto variabile perché viene a mancare quella perfetta sinergia tra carta e inchiostro che caratterizza invece i prodotti originali. Ciò non toglie, tuttavia, che con un minimo di prove con differenti supporti fotografici e qualche intervento correttivo di calibrazione del colore si possano ottenere risultati più che soddisfacenti.

Un aspetto che, al contrario, rimane invece fuori controllo riguarda la durata nel tempo delle copie fotografiche poiché, al contrario degli inchiostri originali (e della relativa carta fotografica), che garantiscono una lunga durata nel tempo certificata sia dal produttore sia da istituti indipendenti quali il Wilhelm Imaging Research (www.wilhelm-research.com), nel caso dei prodotti compatibili non vi è nessuna garanzia né tantomeno dichiarazione di presunta conservazione nel lungo periodo.

Facile, economico e alla portata di tutti

Nelle pagine seguenti troverete la prova di kit di ricarica adatti per tre multifunzione di ultima generazione – Canon Pixma MG5650, Epson Expression Home XP-322 e Hp Envy 5530 – recensite il mese scorso, con le quali abbiamo ripetuto i consueti test di laboratorio integrandoli con altri volti a determinare l’affidabilità  e la costanza di risultati dei consumabili alternativi con un numero consistente di copie. Con gli accessori adatti e un minimo di pazienza, la ricarica di una cartuccia può essere portata a termine in pochi minuti anche dagli utenti alla prima esperienza, a patto di rispettare alcuni accorgimenti basilari per evitare errori o risultati non ottimali. Innanzitutto, è importante caricare subito le cartucce al primo segnale di esaurimento, per evitare di danneggiare le testine, e reinstallarle in tempi brevi verificandone subito la funzionalità  con il test di controllo degli ugelli che tutte le stampanti prevedono.

Prima di armeggiare con siringhe e inchiostri, coprire il piano di lavoro con giornali o carta assorbente e indossare sempre i guanti in dotazione ai kit di ricarica per evitare di macchiarsi le dita e, possibilmente, anche un bel paio di occhiali protettivi per cautelarsi da eventuali schizzi. L’inchiostro va iniettato molto lentamente, facendo attenzione a non superare la capacità  prevista: meglio scarseggiare e ripetere più spesso l’operazione che eccedere col rischio di fuoriuscite dalla cartuccia o perdite all’interno della stampante. Righe o banding nelle stampe sono il primo sintomo del malfunzionamento di qualche ugello, inconveniente che il più delle volte si risolve con uno o più cicli di pulizia automatica delle testine, opzione sempre presente nel menu di setup o manutenzione di qualsiasi unità  inkjet. Attenzione a utilizzarla solo se strettamente necessario, visto che comporta un discreto spreco di inchiostro. (…)

Trovate l’articolo completo su PC Professionale di giugno 2015