Oltre un miliardo di euro. Una bella cifra, non c’è che dire. La notizia è stata ripresa anche dai siti dei maggiori quotidiani nazionali e internazionali. Per curiosità sono andato a vedere i post a commento della notizia in Italia e negli Usa. E i commenti dei navigatori sono diametralmente opposti.
Ognuno tira acqua al suo mulino, direte voi. Eppure anche Amd, l’unico concorrente che ha subito la posizione dominante di Intel nel mercato dei processori x86, è un’azienda statunitense. E allora perché anche gli americani non si fanno paladini del “libero” mercato, loro che che hanno fatto del “libero” mercato la ragione di vita di un’intera nazione?
Allora vai a vedere e scopri che le critiche principali dei cugino d’oltre oceano riguardano più la fame di denaro della Commissione Europea che i principi su cui la Commissione stessa si è basata per formulare le accuse. Molti dicono: prima Microsoft, ora Intel e poi quali aziende sono così “belle grasse” da interessare la Commissione Europea? Insomma, dopo Intel a chi toccherà ? A Google? A Sap? O a Oracle? Dal canto nostro, invece, sui siti nazionali i commenti al post (salvo poche eccezioni) sono tutti positivi. Brava Commissione, così si fa. Giù belle bastonate a chi “ha ingiuriato milioni di consumatori europei, agendo deliberatamente per tenere fuori dal mercato per diversi anni i suoi competitor” come ha detto Neelie Kroes, Commissario della Concorrenza nell’Unione Europea presentando la sentenza.
Allora, mi son detto, guardiamo i fatti e cerchiamo di capire.
Innanzitutto, è vero che Intel ha corrisposto denaro sotto banco ai principali produttori di PC affinché utilizzassero i suoi chip al posto di quelli di AMD? Di sicuro Intel ha pagato parte delle campagne pubblicitarie dei produttori di computer che mettevano il logo Intel (vi ricordate il famoso Intel Inside). E mettendoci dei soldi è chiaro che pretendeva che su quella pagina in cui c’era il logo Intel non ci fossero processori concorrenti (leggi AMD). Però non mi risulta che vietasse alle aziende di pubblicare altre pagine con macchine equipaggiate con processori AMD.
Ha passato anche altri finanziamenti (magari in “nero”) ai produttori per “costringerli” a usare solo i suoi processori? Io questo non lo so, non ne ho le prove e quindi non posso esprimere pareri, ma se la Commissione queste prove le ha, sicuramente ha fatto bene a dare la multa. Anzi, benissimo.
Parliamo adesso del mercato. Se Intel avesse pagato i produttori di hardware, ciò avrebbe determinato perturbative? L’utente ne è uscito penalizzato?
Per quanto riguarda il mercato dei notebook e dei netbook sicuramente no. Purtroppo AMD non ha avuto e non ha ancora un prodotto in grado di fare concorrenza al Centrino / Core 2 Duo (o Quad che sia) e all’Atom. Ci sta lavorando e presto ne vedremo delle belle, ma per ora la supremazia tecnologica di Intel è indiscutibile.
Diverso il discorso per il settore dei desktop e dei server. AMD ha introdotto tecnologie nel mondo dei Pc talmente innovative che spesso la stessa Intel è stata costretta a rincorrere il concorrente. Quindi, soprattutto in questo settore SE Intel avesse pagato i produttori per non realizzare desktop o server con processori AMD (potenti e meno costosi) l’utente ne sarebbe uscito penalizzato.
E voi cosa ne pensate?