Le vendite complessive di iPhone nel 2007 sono state circa di 3 milioni e 750 mila pezzi. Nello stesso periodo AT&T ha attivato circa due milioni di abbonamenti con iPhone. La richiesta di iPhone in Europa è stata lo scorso anno sotto le aspettative e ne sono stati venduti e attiva ti circa 320.000. Mettendo nel conto circa 400.000 pezzi che “giacciono” nei vari negozi in attesa di essere venduti, risulta che complessivamente sono stati venduti circa un milione di iPhone che non sono mai stati attivati in modo regolare dall’operatore e che quindi sono stati portati in altre Nazioni, sbloccati e usati con un operatore telefonico che non ha accordi con Apple.
La multinazionale di Cupertino sostiene che il gran numero di iPhone sbloccati ha generato un mancato guadagno di ingenti proporzioni. Anche qui facciamo due conti: Apple dall’operatore riceve dai 300 ai 400 dollari a seconda del piano tariffario (che si sommano al prezzo del telefono). Diciamo quindi una media di 350 dollari. Quindi gli oltre 1.5 milioni di iPhone non attivati hanno generato un mancato guadagno di 350 milioni di dollari. Certo non è poco.
Ma guardiamo da un altro punto di vista: se il telefono non fosse stato sbloccabile Jobs avrebbe venduto ben un milione di pezzi in meno. Oltre a creare quote di mercato (parametro abusato per dimostarre la “forza” di un’azienda) quegli iPhone “pirata” hanno generato complessivamente almeno 400 milioni di dollari di giro d’affari supplementare, di cui buona parte sono finiti come utile nelle casse di Apple.
Quindi Apple non ha perso circa 400 milioni di dollari di mancati guadagni, ma ha incassato oltre 400 milioni di dollari in più, che non avrebbe intascato se l’iPhone non fosse stato sbloccabile. Insomma, dipende da come si guarda il bicchiere per capire se è mezzo pieno o mezzo vuoto…
E allora: conviene a Steve Jobs rendere assolutamente non sbloccabile il telefonino con la mela morsicata? Secondo me, no.