di Pasquale Bruno
La gestazione dei processori Intel Core di terza generazione per notebook è stata piuttosto travagliata, in maniera sicuramente maggiore rispetto ai modelli per Pc desktop. Il 23 aprile di quest’anno, dopo diversi mesi di ritardo, sono stati annunciati i Core i7 quad core versione mobile; i modelli dual core e quelli a basso consumo sono arrivati ancora più tardi, il 31 maggio. Dei Core i3, i modelli più economici, ancora non c’è traccia e probabilmente saranno annunciati dopo l’estate. La dilazione nel tempo ha portato a una situazione paradossale: diversi produttori di notebook hanno presentato i nuovi modelli con Cpu Ivy Bridge prima che queste ultime fossero ufficialmente annunciate da Intel, col risultato che nelle schede tecniche dei prodotti si faceva riferimento a generiche “Cpu Intel Core di terza generazione” senza specificare nel dettaglio quali fossero effettivamente.
Ora che le carte sono state scoperte iniziano finalmente ad arrivare sugli scaffali i nuovi modelli (e con le schede tecniche complete). Il boom di vendite vero e proprio ci sarà presumibilmente in autunno, nel periodo del cosiddetto Back to school, il ritorno a scuola. I mesi pre-estivi di solito non sono particolarmente vivaci, anche se l’interesse che la nuova architettura ha sollevato potrebbe contraddire tale previsione. Vedremo nei prossimi mesi come andrà il mercato; di certo possiamo affermare che i processori Intel Core di terza generazione rappresentano un salto tecnologico non indifferente rispetto al passato, nonostante si tratti in teoria solo di un miglioramento dell’architettura precedente (fase Tock) e non di una completa riprogettazione (fase Tick).
Per una disamina approfondita dell’architettura Ivy Bridge rimandiamo al numero 254 di PC Professionale, dove i nuovi processori sono stati analizzati nel dettaglio; in questo articolo vogliamo porre l’accento sulle reali prestazioni delle Cpu per notebook e fare un confronto con i “vecchi” modelli basati su Sandy Bridge.
Al momento in cui scriviamo Intel ha presentato un totale di 14 nuovi processori mobile. Sei sono di tipo quad core, quattro sono dual core e altri quattro sono del tipo Ulv (Ultra Low Voltage), vale a dire i modelli a basso consumo destinati ai portatili più piccoli e in particolare agli Ultrabook. Il MacBook Air, per intenderci, utilizza proprio uno di questi ultimi.
Il primo aspetto interessante è la compatibilità del socket, che rimane nella maggior parte dei casi quello a 988 contatti, denominato anche Socket G1. Fanno eccezione i modelli a basso consumo e quelli destinati a essere saldati direttamente sulle schede madri. Proprio grazie a tale compatibilità abbiamo potuto effettuare dei test a parità di piattaforma, semplicemente sostituendo un processore Ivy Bridge con uno Sandy Bridge sullo stesso notebook. L’inverso non è sempre possibile per via di probabili incompatibilità tra il microcodice del Bios o tra le revisioni di chipset. A proposito di questi ultimi, i nuovi processori necessitano di chipset Serie 7; le versioni per notebook ricalcano quelle per Pc desktop e conservano la stessa denominazione, fatta eccezione per l’aggiunta della lettera “M” nella sigla.
I vantaggi dell’architettura Ivy Bridge rispetto alla già valida Sandy Bridge sono molteplici. Da una parte vi sono le migliorie prestazionali, come ad esempio la presenza di un sottosistema grafico decisamente più veloce rispetto al passato e che permette, come vedremo, di affrontare anche i giochi 3D. Dall’altra parte vi sono i vantaggi introdotti dal processo produttivo a 22 nanometri (contro i 32 della precedente generazione) in termini di assorbimento elettrico e di calore dissipato. In pratica, le Cpu Ivy Bridge necessitano di meno corrente e scaldano meno. Questo vuol dire che a parità di Tdp (Thermal Design Power) e dunque a parità di sistema di dissipazione, sarebbe possibile installare un processore quad core dove prima ci poteva essere solo un dual core. Oppure, senza estremizzare troppo, installare un processore con frequenze di funzionamento più alte.
Vale anche il discorso inverso: con una Cpu Ivy Bridge di discreta potenza è possibile progettare dei notebook più compatti e più silenziosi rispetto a prima. Inoltre a parità di potenza è lecito attendersi un’autonomia delle batterie superiore.
Appare evidente come gli Ultrabook siano i destinatari ideali dei nuovi processori, che tra l’altro potranno giovare della maggiore velocità della Gpu integrata.
La prova sul campo
Abbiamo effettuato i benchmark su un totale di sei processori, tre Ivy Bridge e tre Sandy Bridge, rispettivamente di tipo quad core, dual core e a basso consumo. Nel caso dei processori quad core abbiamo utilizzato la stessa macchina, un Asus N56VM, sostituendo di volta in volta la sola Cpu in modo da ottenere dei risultati a parità di piattaforma hardware. Questo portatile è dotato di Gpu discreta Nvidia, che durante i test è stata disattivata in modo da far lavorare esclusivamente la Gpu integrata nel processore Intel.
Analizziamo dunque singolarmente i vari casi, tenendo ben presente le differenze di clock tra i vari processori. È stato possibile raggiungere la condizione ideale, con confronto tra Cpu a parità di clock, solo nel caso dei modelli a basso consumo.
Il primo test è tra il Core i7-3720QM, Ivy Bridge funzionante a 2,9 GHz, e il diffuso Core i7-2630QM a 2 GHz, con architettura Sandy Bridge. Il confronto potrebbe sembrare impietoso vista la disparità nelle frequenze di clock, e in effetti i risultati ottenuti dalla Cpu Ivy Bridge sono ampiamente superiori in tutti i test. La cosa interessante è però la temperatura raggiunta da tale processore, vicina alla controparte Sandy Bridge nonostante la potenza molto più alta. Il nostro test di codifica video è stato completato in tre minuti e quattro secondi, un tempo record mai sperimentato prima tra i notebook nel nostro laboratorio. Davvero un notevole risultato, considerando anche che il costo tra le due Cpu è identico: 378 dollari secondo il listino Intel per lotti di 1.000 unità . Dunque allo stesso prezzo si possono avere prestazioni molto più alte, con una dissipazione termica analoga.
Il confronto diretto tra i due processori ci ha permesso di valutare la maggiore velocità della Gpu Intel HD 4000 rispetto alla HD 3000 di Sandy Bridge. I risultati li trovate nella tabella a fianco; appare evidente come il framerate con la grafica 3D sia migliorato sensibilmente. Ora è possibile utilizzare i giochi anche con la Gpu integrata, forse per la prima volta nella storia dei processori Intel. Avendo magari l’accortezza di evitare effetti come l’anti aliasing, si possono affrontare anche gli sparatutto più recenti. L’aumento di prestazioni tiene fede a quanto dichiarato da Intel e può arrivare anche all’80% tra i due processori in esame. Stesso discorso per il motore di codifica video Quicksync.
Il consumo rilevato a monte dell’alimentatore è praticamente identico per le due Cpu. Purtroppo non siamo in grado di fornire una valutazione sull’autonomia della batteria, che sul notebook in esame ha dato risultati troppo variabili per essere considerati affidabili. Il risultato di uno dei notebook provati, il Fujitsu Lifebook U772, è comunque incoraggiante: sei ore di utilizzo reale con rete Wi-Fi attiva, un’ora circa in più rispetto ai migliori portatili della stessa fascia.
Passando ai modelli dual core, abbiamo esaminato un Core i7-3520M a 2,9 GHz con un Core i5-2410M a 2,3 GHz, su due portatili diversi dotati entrambi di Gpu discreta e di disco tradizionale (quindi più lento rispetto agli Ssd presenti sulle altre macchine). (…)
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 256 luglio 2012