E’ giunto il fatidico giorno, quello della prima prova, la tanto attesa e temuta maturità ha bussato alle porte di tutti i ragazzi classe ’98 provenienti da ogni zona d’Italia, accomunati – nella mattina che sancisce l’inizio dell’estate – da una pila di fogli da riempire con idee e sapere.
Tra i diversi argomenti, consultabili su ogni sito di quotidiani nazionali e locali, poniamo l’attenzione sulla traccia relativa all’ambito socio-economico in quanto, pone un marcato accento nei confronti delle nuove tecnologie, della robotica che avanza sempre più soprattutto nei Paesi emergenti che, fino a qualche tempo fa, avevano sviluppato un’industria a basso valore aggiunto e, inoltre, una relazione complessa con il mondo del lavoro, sempre più in espansione, in cambiamento, in fase di sperimentazione.
Il testo che funge da traccia è frutto di un articolo pubblicato lo scorso 18 novembre su Il Sole 24 ore, firmato Enrico Marro ed intitolato “I robot sostituiranno il 66% del lavoro umano”.
“Dai droni postini alle auto che si guidano da sole (con buona pace dei taxisti), si sapeva che le macchine minacciano parte del lavoro oggi svolto dall’uomo. La grande novità è che nel mirino dei robot ci sono soprattutto i Paesi emergenti: quelli che fino a ieri avevano sviluppato un’industria a basso valore aggiunto contando su una manodopera a costi stracciati. Quella stessa manodopera, domani, potrebbe perdere il lavoro perché superata in economia dalle macchine. Il campanello d’allarme è stato suonato dall’Onu attraverso un recente report dell’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. Che mette in guardia Asia, Africa e America Latina: attenti, dice il report Robot and Industrialization in Developing Countries, perché è da voi che l’impatto dell’era dei robot sarà più pesante. […]Come evitare la desertificazione economica? Il primo consiglio che l’Onu dà ai Paesi emergenti è banale ma ovviamente validissimo: abbracciate la rivoluzione digitale, a partire dai banchi scolastici. «Bisogna ridisegnare i sistemi educativi – spiega il report – in modo da creare le competenze manageriali e professionali necessarie a lavorare con le nuove tecnologie”.
Ciò che viene chiesto ai ragazzi è di affrontare temi come la diatriba tra tecno-entusiasmo e net-delusion di Morozov, la prima relativa al progresso avvenuto subito dopo la rivoluzione industriale e che vede in ogni strumento tecnologico un miglioramento della condizione umana, d’altro canto il fenomeno della net-delusion è portato dagli stessi strumenti che, rinnovandosi costantemente ed eludendo l’entusiasmo iniziale, rendono obsoleto il medium precedente e l’oggetto pre esistente attraverso un processo irreversibile che incrementa il monopolio capitalistico dei colossi digitali.
Dunque, una riflessione circa la riconversione a cui la società del lavoro è sottoposta con tutti i cambiamenti che le nuove tecnologie impongono e a cui non ci si può sottrarre. Infine, affidare un tema così delicatamente complesso a studenti che si affacciano al mondo dell’università o del lavoro non fa altro che confermare quanto le nuove tecnologie siano sempre più al centro delle nostre vite.