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Micropagamenti e mobile commerce

Redazione | 5 Maggio 2014

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Immaginate di visitare un centro commerciale in un futuro non tanto remoto. Mentre percorrete un corridoio al primo piano, passate […]

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Immaginate di visitare un centro commerciale in un futuro non tanto remoto. Mentre percorrete un corridoio al primo piano, passate di fianco a un negozio di articoli sportivi: lo smartphone che avete in tasca o in borsa squilla, per segnalarvi una promozione sulle scarpe da trekking, proprio l’articolo che l’anno precedente avevate acquistato presso la medesima catena commerciale. Incuriositi, entrate nel negozio e vi recate presso il reparto calzature; non appena vi avvicinate allo scaffale, una nuova notifica sullo smartphone vi avverte circa la disponibilità  di tre colori nella vostra taglia. Recuperate le scarpe, vi dirigete verso l’uscita ma, passando di fianco agli espositori degli orologi sportivi, siete ancora una volta avvisati dal telefono: questa volta si tratta di uno sconto disponibile per chi acquista due o più articoli. Decidete che per il momento non vi serve nient’altro e vi recate all’uscita: a pochi metri dalle casse sullo smartphone si apre l’app del negozio che vi presenta il conto e vi chiede se volete procedere al pagamento in modalità  wireless. Scorrendo il dito sul rilevatore di impronte digitali, autorizzate il pagamento che viene effettuato immediatamente, con addebito sulla vostra carta di credito.

di Simone Zanardi

ICON_EDICOLASe pensate che tutto questo sia fantascienza, fareste meglio a ricredervi: lo scenario che abbiamo appena descritto è basato su tecnologie già  ampiamente collaudate o in definizione, mentre le prime applicazioni pratiche sono già  in fase di test commerciale.

Come è facile capire, al cuore di questa visione c’è lo smartphone, un dispositivo che sta sempre più diventando il centro della vita digitale delle persone, soprattutto in mobilità . Secondo una ricerca comScore, ormai un italiano su due è dotato di smartphone, mentre l’Osservatorio Mobile App del Politecnico di Milano in un report di inizio anno ha evidenziato come il tempo medio speso sul telefono ammonti a 75 minuti. In base a questo stesso report, il terminale mobile è sempre più utilizzato per transazioni economiche o servizi ad esse legati: un cliente su cinque ha già  acquistato prodotti o servizi da smartphone (escludendo le app per i telefonini), mentre il 42% dei terminali è normalmente impiegato per confrontare i prezzi degli articoli prima di procede all’acquisto sul punto vendita. In termini di fatturato, gli acquisti tramite mobile vedranno un incremento del 750% entro il 2016, con ben 8,3 miliardi di euro contro gli 1,1 miliardi del 2013.

I pagamenti in mobilità 

Per trasformare uno smartphone in un sistema completo per la gestione dei pagamenti in mobilità  il primo elemento fondamentale è il cosiddetto wallet digitale. Con questo termine si indica un’applicazione in grado di memorizzare carte di credito e di debito, oltre che tessere prepagate e coupon. Un wallet digitale permette quindi di sfruttare le carte di credito registrate per effettuare pagamenti senza dover inserire a ogni transazione tutti i dati della carta.

Un digital wallet non deve per forza essere collegato a un sistema di pagamenti contactless: esempi di wallet di questo tipo sono Amazon Checkout, PayPal o quello integrato in iTunes Store di Apple. Si noti che un wallet digitale senza funzioni contactless può essere utilizzato non solo per transazioni di e-commerce, ma anche per l’acquisto di beni presso un punto di vendita fisico: esistono ad esempio sul mercato piattaforme per gli esercenti che prevedono l’invio di un Sms sullo smartphone del cliente, attraverso il quale quest’ultimo può aprire una pagina Web dove completare online il pagamento.

In ambito di commercio mobile, un digital wallet dà  però il meglio di sé se affiancato da un sistema di pagamento contactless. Quest’ultimo permette di eseguire una transazione in sicurezza, semplicemente avvicinando lo smartphone dotato di digital wallet a un Pos (Point Of Sale) opportunamente predisposto. La tecnologia attualmente più diffusa per i pagamenti contactless è senza dubbio l’Nfc (Near Field Communications). Per poter operare un pagamento contactless, non è però sufficiente uno smartphone dotato di chip Nfc: è necessario un sistema che implementi il cosiddetto Secure Element, ovvero un’area di memoria protetta e riservata dove vengono conservati i dati sensibili di pagamento. Il Secure Element può essere integrato all’interno della Sim dell’operatore telefonico (in questo caso si parla generalmente di Sim Nfc) o essere virtualizzato attraverso la cosiddetta Host Card Emulation (Hce), una rappresentazione software della smart card. L’Hce è ufficialmente supportato dal sistema operativo Android a partire dalla versione 4.4 (KitKat).

L’introduzione di Hce nelle piattaforme Nfc ha un forte impatto sull’ecosistema dei pagamenti contactless: se il Secure Element non deve più essere residente all’interno della Sim, banche e gestori dei wallet non sono obbligati a stringere accordi con gli operatori di rete ma possono rivolgersi direttamente al consumatore. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale numero 278