Dall’8 di aprile Microsoft non supporterà più Windows XP. Ma la multinazionale di Redmond non si è resa conto di cosa ciò significhi
Ai primi di aprile Microsoft sospenderà il supporto a Windows XP. è la fine di un’epoca. Il sistema operativo di Microsoft più amato e diffuso sta per morire. Pare tutto semplice. O forse a Microsoft sembra tutto semplice. Qualcuno si chiederà : chi ormai al giorno d’oggi utilizza ancora XP? Perché Microsoft non dovrebbe smettere di investire nello sviluppo di un sistema operativo obsoleto, concentrando i suoi sforzi sul miglioramento dei nuovi prodotti? Eppure la decisione di Microsoft è un vero e proprio dramma. Un ciclone che potrà determinare diversi disastri. E ora vi spiego perché. Innanzitutto Windows XP è al secondo posto tra i sistemi operativi attualmente installati sui computer del mondo (quasi il 30% di desktop e notebook ancora lo utilizzano). La palma del prodotto più usato spetta a Windows 7, con più del 47% di installato, mentre al terzo posto si posiziona Windows 8 (che per ora non raggiunge il 10%). Quindi la diffusione di XP è ancora elevata. Ma non solo, la sua diffusione è rilevante soprattutto in ambito aziendale tra le medie e le grandi imprese. Provate a pensare ai problemi che deve affrontare una media azienda con un centinaio di macchine con Windows XP. E non parlo solo del pur rilevante investimento per rinnovare l’hardware. Pensate al tempo che dovrà essere speso per riconvertire le procedure che prima giravano sotto Windows XP. E all’aggiornamento professionale di tutto il personale che dovrà operare col nuovo sistema operativo e le nuove procedure. Non è un caso che Microsoft spinga le aziende all’aggiornamento a Windows 7 e non a Windows 8, proprio perché l’interfaccia è più simile a quella di Windows XP. Ma l’investimento da effettuare e la complessità di tutto il processo sono gravosi. E allora, perché obbligare le aziende che già sono in un momento critico a dover effettuare l’aggiornamento dell’infrastruttura tecnologica? Perché proprio adesso, visto il momento congiunturale? Però, come diceva Giulio Cesare, oramai “alea iacta est”, il dado è tratto e, in tempi ragionevoli, cercando intanto di proteggersi, bisognerà adeguarsi.
Ma ci sono problemi ben più gravi dei quali i signori di Microsoft non hanno tenuto conto. Pensate a tutti i sistemi che hanno Windows XP Embedded, dagli sportelli Bancomat agli apparati medicali. È vero che il supporto a questa versione è stata garantita da Microsoft sino alla fine del 2016, ma la maggioranza di device e dei sistemi embedded hanno a bordo Windows XP standard, che è più flessibile e programmabile rispetto alla castrata versione Embedded, e il supporto a Windows XP standard finirà proprio l’8 aprile. È impossibile valutare quanti sistemi saranno a rischio. Quando parliamo di sistemi embedded non parliamo solo di prodotti per l’industria, come i sistemi a controllo numerico delle aziende manufatturiere, ma anche e soprattutto dei prodotti per banche e ospedali. Oltre a molti sportelli Bancomat sono a rischio di hacker anche gli apparati medicali, dai sistemi per l’ecografia ai monitor per il battito cardiaco e le funzioni vitali. In realtà , il rischio attacco a questi device è sicuramente inferiore a quello dei desktop collegati a Internet, ma il pericolo potenziale è decisamente molto più elevato. I sistemi di monitoraggio non sono collegati a Internet, ma operano comunque nella rete locale dell’ospedale. E quindi, potenzialmente potrebbero essere attaccati. Con che risultati? Disastrosi, ovviamente.
In un mondo ideale Microsoft avrebbe dovuto attendere, per dare ossigeno alle aziende che non possono far migrare i propri sistemi informativi in tempi brevi e per permettere a banche e ospedali un aggiornamento dei propri sistemi critici.
Non perdete su questo numero l’articolo (attualissimo, visto cosa è successo recentemente) sui Bitcoin, la valuta elettronica, e la prova dei Google Glass. Buona lettura a tutti.