Le vacanze sono già qui, ma staccare la spina è, per tutti, sempre più difficile. Fortunatamente non mancano soluzioni per restare connessi anche quando si è lontani da casa.
Di Simone Zanardi
Sino a pochi anni fa, collegarsi a Internet significava essenzialmente navigare su siti Web e consultare la propria casella di posta elettronica. Oggi le cose sono molto cambiate: l’accesso alla grande Rete consente di colloquiare con amici e parenti tramite servizi di chat, messaggistica istantanea e software VoIP, di interagire con i social network e di sincronizzare dati e applicazioni sul cloud. I recenti annunci di Apple iCloud e Google ChromeOS, quest’ultimo un vero e proprio sistema operativo interamente basato sulla Rete, non sono che l’apice di questo trend. Non esiste insomma un singolo settore dell’informatica e delle comunicazioni avanzate che non si basi in qualche modo su Internet. A questa tendenza si somma l’ormai irreversibile spinta verso la mobilità dei dispositivi: da tempo i computer portatili hanno sorpassato in vendite i desktop e nell’ultimo trimestre del 2010 gli smartphone hanno a loro volta registrato vendite superiori a quelle dei Pc nel loro complesso. Considerando questi due fenomeni insieme, appare evidente come le connessioni a Internet in mobilità ricoprono e ricopriranno un ruolo sempre più importante nel mondo dell’Information e Communication Technology. In questo articolo tracciamo appunto una panoramica sulle soluzioni e sulle offerte commerciali che permettono di collegarsi a Internet in mobilità , ovunque ci si trovi: in casa come in ufficio, in albergo come in spiaggia, a bordo di una vettura o di un treno.
Quando si parla di Internet mobile oggi si fa essenzialmente riferimento all’accesso alla Rete tramite network cellulari. Rispetto agli standard Wi-Fi e HyperLan, le reti mobili permettono infatti non solo di collegarsi al Web senza la necessità di cavi, ma supportano anche i terminali in movimento. WiMAX si presenta come una tecnologia ibrida da questo punto di vista, ma il suo impatto sul mercato è stato nettamente inferiore alle attese e per il momento non è considerabile come un valido concorrente alle reti cellulari in ambito di Internet mobile.
L’evoluzione tecnologica ha ormai permesso alle reti cellulari di raggiungere prestazioni nominali analoghe a quelle di una buona connessione Adsl: gli standard di terza generazione (3G) attualmente impiegati si basano sulla famiglia di protocolli Hsdpa (High Speed Downlink Packet Access) e Hsupa (High Speed Uplink Packet Access), che promettono rispettivamente velocità massime di 14,4 e 5,8 megabit al secondo in downlink e uplink. Una successiva evoluzione dell’Hspa (termine con il quale si accorpano gli standard di accesso in down e uplink) alza ulteriormente la soglia a 84 e 22 Mbps.
Le tecnologie 3G richiedono apparati specifici predisposti sulla rete di accesso degli operatori; per questo non tutte le aree geografiche raggiunte dal segnale cellulare sono in grado di fornire velocità Hspa. In assenza di connessione 3G, inoltre, i terminali eseguono automaticamente il fallback sugli standard di seconda generazione: Gprs e Edge. In questi casi le prestazioni risultano però nettamente ridotte: una connessione Gprs può fornire una velocità massima di circa 40 Kbit al secondo, mentre Edge (supportato in Italia solo da Tim e, in modo ancora limitato, da Wind) alza la soglia a 200 Kbps.
Come si traducono questi dati di targa in prestazioni reali? Rispondere a questa domanda non è semplice, dal momento che la velocità effettiva sperimentata durante la connessione dipende non solo dalla tecnologia supportata dalla cella presso cui ci si collega, ma anche dalle specifiche del terminale utilizzato, dall’affollamento della cella, dalla distanza del terminale dalla stazione base e dalla “pulizia” del segnale, a sua volta influenzata da movimento, ostacoli o altri apparati trasmittenti.
Indicativamente possiamo dire che da una connessione Hspa oggi è ragionevole aspettarsi un throughput a livello applicativo di 2-3 megabit al secondo in downlink e circa la metà in uplink. Se si scende a Edge si possono ottenere nel migliore dei casi velocità nette di 100 Kbps, mentre con Gprs le prestazioni tipiche si attestano sui 20-30 Kbit al secondo. (…)
Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 244 – luglio 2011