Si incontrano, si scontrano, lottano senza esclusione di colpi e, alla fine, rimane un unico vincitore che assorbe i poteri dei perdenti. No, non è (solo) il riassunto del film Highlander, ma è quello che è capitato, in questi anni, agli standard che hanno incrociato la strada con l’Usb.
Nato nel lontanissimo 1996 l’Universal Serial Bus in questi anni è stato in grado di evolversi, riuscendo a fagocitare e incorporare le caratteristiche proprie dei “nemici”. Ricordate lo scontro Firewire – Usb 2.0? Nonostante il primo fosse nettamente superiore, sotto tutti gli aspetti tecnici (ampiezza di banda, trasferimento full duplex, architettura peer-to-peer, potenza massima erogabile), alla fine ha dovuto soccombere. E dalle ceneri è nato l’Usb 3.0 che, guarda caso, ha un’ampiezza di banda superiore, un trasferimento full duplex ed è in grado di veicolare una potenza più elevata. Adesso l’Usb ha nel mirino Thunderbolt, uno standard che – sebbene sia stato presentato come “l’unico cavo di cui in futuro avrete bisogno” – a quattro anni di distanza dal lancio continua ad arrancare ed è praticamente confinato al solo universo Mac. E l’ultima evoluzione dell’Usb, la versione 3.1 “Type-C”, rischia davvero di condannare all’oblio Thunderbolt: velocità dati più che raddoppiata rispetto all’Usb 3.0 (si arriva a 10 Gbit/s), possibilità di veicolare flussi video (esattamente come Thunderbolt) e connettori perfettamente simmetrici, in cui non esiste più un “verso”.
In più sarà possibile trasportare fino a 100 watt, una potenza più che sufficiente per alimentare non solo le periferiche, ma anche i dispositivi stessi. In teoria si potrebbero progettare notebook dotati di un unico connettore, spazzando via tutti gli altri, incluso lo spinotto di alimentazione. In pratica, a prestar fede ai rumor, è la descrizione del prossimo MacBook Air da 12″.
Eugenio Moschini