Un confronto testa a testa nel segmento delle reflex di fascia media e in quello delle compatte top di gamma.
Di Valerio Pardi
Canon e Nikon, leader indiscussi del mercato fotografico, sono questo mese impegnate in uno scontro testa a testa in due segmenti molto cari ai fotoamatori evoluti: le compatte superevolute e le reflex di fascia media. Da un lato, dunque, trovate il confronto tra la Canon PowerShot G12 e la Nikon Coolpix P7000 e dall’altro quello tra la Canon Eos 60D e la Nikon D7000. Queste ultime possono essere viste sia come modello top della fascia d’ingresso delle reflex, sia come modelli entry level per la categoria delle prosumer. Una doppia connotazione che ben esprime la versatilità di queste reflex, adatte a una grande fetta di appassionati di fotografia. Si tratta infatti del passo successivo dei fotografi dopo essere entrati nel mondo delle reflex con un modello entry-level e averne scoperto le limitazioni a esse associate, ma possono essere anche la soluzione per il fotografo evoluto che vuole una reflex leggera ma dalle prestazioni elevate, assimilabili a quelle dei modelli prosumer e professionali. Libertà creativa significa anche poter contare su un prodotto che assecondi i propri bisogni, esattamente come si prefiggono di fare le due reflex in prova questo mese.
Entrambe le realizzazioni di Canon e Nikon sono una naturale evoluzione dei modelli che sostituiscono – Canon Eos 50D e Nikon D90 – già ampiamente apprezzati sul campo. Gli ultimi modelli reinterpretano i nuovi bisogni del fotografo medio-evoluto, offrendo tutta una serie di caratteristiche che ampliano sia le potenzialità creative che qualitative di queste reflex. Si parla quindi di caratteristiche tecniche in grado di offrire una qualità e un’affidabilità ancora maggiore. Per esempio, la Canon Eos 60D dispone di un sensore Cmos con risoluzione maggiore (che cresce di 2,9 Mpixel) e con una superiore sensibilità massima non espansa (6.400 Iso contro 3.200 Iso) rispetto al modello che sostituisce, così come il sistema esposimetrico, sul nuovo modello, si avvantaggia di un misuratore basato su 63 celle di lettura, quasi il doppio rispetto ai 35 settori che caratterizzano la precedente Canon Eos 50D.
Allo stesso modo, Nikon ha aggiorun buon rapporto tra risoluzione, sensibilità , dimensione e rumore elettronico, a cui è stato poi aggiunta un’ottica zoom estremamente versatile, caratterizzata da una buona escursione, focale minima grandangolare e una luminosità massima accettabile. La particolarità che le differenziano dalle altre fotocamere compatte, è la presenza di un’interfaccia comandi realizzata con selettori e pulsanti, in cui figura anche la slitta flash per utilizzare i lampeggiatori del sistema reflex del brand di appartenenza. A tutto questo si aggiunge anche la chicca del mirino ottico, a focale variabile abbinato all’escursione focale dello zoom, ormai diventato una rarità nelle più recenti fotocamere compatte. Si tratta quindi di strumenti in grado di dare soddisfazioni agli utenti esperti, che sanno come e vogliono poter intervenire velocemente sui parametri di ripresa, esattamente come con le reflex, ma avvantaggiandosi delle dimensioni compatte e discrete di un prodotto come questo, magari da usare anche come secondo corpo in abbinamento alla reflex.
(Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 239 – febbraio 2011)