Spesso chi snobba la fotografia paesaggistica la ritiene, a torto, banale. Una corretta scelta della strumentazione, una gestione oculata dell’esposizione e una valida tecnica di postproduzione permettono invece di ottenere immagini di grande impatto.
di Valerio Pardi
Quando si parte per una vacanza o per una semplice gita fuori porta, capita spesso di incontrare paesaggi che possono diventare un’ottima fonte di ispirazione per scatti interessanti. Immortalare un panorama permette non solo di condividere quei luoghi con i propri amici e familiari, ma anche di ricreare quelle sensazioni che solo il contatto diretto con la natura riesce a dare, e che, spesso, una volta tornati a casa, vanno irrimediabilmente perdute. La fotografia consente dunque di mantenere viva quelle esperienze e di enfatizzarne gli aspetti positivi percepiti, ma solo se il fotografo sa individuarli e sa come tradurli al meglio. Vediamo come fare e quali sono le tecniche di ripresa più adatte.
Quante volte, di fronte a un affascinante paesaggio, a un tramonto o a un panorama da togliere il fiato, dopo aver scattato l’immancabile fotografia ricordo, non si è rimasti soddisfatti del risultato? Quella luce, quei dettagli, quelle tonalità che a occhio nudo sembravano così intense, quasi palpabili, nella fotografia sembrano invece senza mordente, scialbe e bel lontane da un tentativo di rappresentazione della realtà . Proprio il concetto di realtà nella fotografia di paesaggio, che si potrebbe pensare essere il cardine fondamentale su cui si basa questa tipologia di riprese, è invece quanto mai effimero e intangibile. La realtà viene filtrata attraverso gli occhi e la sensibilità del fotografo, e verrà di conseguenza resa in maniera diversa in funzione dei gusti e delle capacità creative e tecniche di chi si appresta a realizzare lo scatto.
Se prendessimo dieci fotografi e gli chiedessimo di scattare una foto a un determinato paesaggio, ci troveremmo quasi sicuramente di fronte a dieci fotografie diverse, anche profondamente differenti, ma ognuna rappresentante della “realtà ” percepita da ogni singolo fotografo. Ciò è dovuto anche all’estrema libertà che offre questo genere di ripresa. Si può scegliere sia il giorno (e di conseguenza il meteo presente) sia l’ora (e quindi il tipo di luce presente sulla scena, se radente, calda, diffusa, ecc..); si ha poi piena libertà sui punti di ripresa, così come sulle focali da utilizzare. A tutto questo si aggiungono le variabili portate dai parametri di scatto prescelti, quali l’esposizione o la messa a fuoco, o, ancora, la scelta del bilanciamento del bianco.
Nella fotografia di paesaggio non si hanno quasi limitazioni, anzi è spesso la ristretta capacità di osservazione del fotografo, magari abbinata a una non completa capacità di gestire a proprio vantaggio le più opportune tecniche di ripresa, che porta a un risultato deludente, o quanto meno, non completamente soddisfacente nella fotografia di paesaggio. Non è quindi essenziale recarsi in luoghi ameni o esotici per poter catturare splendidi paesaggi, sebbene indubbiamente un viaggio di questo tipo faciliti il compito. Anche la propria città o una tranquilla gita in campagna, se ben sfruttata, potrà portare a risultati di grande soddisfazione. L’essenziale è saper trovare qualcosa da “raccontare” e saperlo fare utilizzando al meglio la propria fotocamera. La seconda puntata dedicata alle tecniche e ai consigli di ripresa ha come tema, questo mese, la fotografia di paesaggio. Iniziamo quindi con qual è l’hardware più indicato per questo genere di ripresa.
Ottiche differenti,approcci diversi
Di primo acchito si potrebbe pensare al grandangolo come obiettivo indiscusso e insostituibile per il fotografo paesaggista, e in un certo senso ciò corrisponde al vero. Ma il grandangolo è importante solo se il paesaggio che vogliamo riprendere è adatto a una ripresa di questo tipo. Non è raro, infatti, montare un teleobiettivo per realizzare foto di panorami, mentre non è così scontato che un supergrandangolare sia utilissimo per questo genere di riprese, sebbene possa essere comunque utilizzato per effetti particolari. Da questo si evince che praticamente qualsiasi obiettivo può essere utile alla ripresa di paesaggi. Cerchiamo ora di identificarne pregi e limitazioni di ogni categoria. (…)
Estratto dal numero 252 di marzo 2012