Tra tutti i settori interessati dalla nuova rivoluzione digitale quello che fino a ora ha meno recepito il cambiamento e introdotto evoluzioni significative è quello relativo ai pagamenti di beni e servizi. Tutti siamo a conoscenza e quasi tutti in possesso di strumenti di pagamento elettronici, Bancomat o carta di credito sono infatti disponibili in Italia da decine di anni, e vengono offerti di base con quasi qualunque conto corrente.
di Leonardo Mieli
Questi strumenti sono nati per sostituire il denaro contante con l’obiettivo di rendere più semplici e tracciabili tutte le transazioni, senza la necessità di portare con sé un elevato controvalore in moneta, evitando inutili rischi.
La diffusione della moneta elettronica non ha però avuto l’impennata prevista, in Italia e in molti altri paesi l’attaccamento alle classiche banconote cartacee è rimasto invariato e la percentuale di pagamenti elettronici sul totale si è mantenuta per anni a un livello molto basso.
Una vera rivoluzione si è vista solo nell’ultimo periodo, grazie a un nuovo utilizzo dei pagamenti elettronici sulla scia del fenomeno dell’e-commerce. Il commercio elettronico, che permette di acquistare beni e servizi dal web senza la necessità di muoversi da casa, ha portato a una rapida diffusione nell’utilizzo del denaro elettronico, più semplice e sicuro rispetto ad altri tipi di pagamenti in rete. Questo ha portato a una sempre più ampia diffusione del commercio elettronico, tanto da arrivare a modificare radicalmente le abitudini degli italiani. In questi anni il numero di transazioni elettroniche pro capite è infatti cresciuto sempre di più, tanto che nel 2013 è stata raggiunta una media di circa 30 transazioni elettroniche a testa, per ogni abitante della nostra penisola.
Per la prima volta però le transazioni di tipo e-commerce superano in numero quelle effettuate in negozi fisici, segnando un punto di svolta nel settore, segnale dei tempi ma anche segno dell’arretratezza di alcuni ambiti specifici, come quello delle transazioni elettroniche in mobilità . Molti professionisti non sono infatti dotati di strumenti adatti ad accettare carte di credito o debito, soprattutto per via degli elevati costi che questi strumenti comportavano. Nel prossimo futuro lo scenario è destinato a mutare radicalmente, grazie alla nuova diffusione di modalità di pagamento e riscossione in grado di appoggiarsi a smartphone e tablet e a un altro grande catalizzatore di eventi che sta spingendo sempre più per la diffusione di carte di credito o debito: la legislazione.
Denaro elettronico, per legge
Pur non essendo ancora arrivati a una legge che imponga l’utilizzo esclusivo del denaro elettronico, i legislatori si stanno muovendo per rendere questo sistema di pagamento sempre più utilizzato. La recente legislazione (D.L. n. 201/2011) sulla soglia massima di denaro contante utilizzabile per una transazione, pari a 1.000 euro, è una mossa atta a invogliare i consumatori all’utilizzo del denaro elettronico e allo stesso tempo disincentivare i pagamenti non dichiarati, quelli cosiddetti “in nero”. Il denaro elettronico è infatti tracciabile e permette allo Stato di accertare in maniera migliore i guadagni di molte aziende. La regola è infatti stata pensata non tanto per vessare il normale cittadino, che a maggior ragione ha dei benefici nell’utilizzo del denaro elettronico come la sicurezza del servizio o il diritto di rivalsa (pagando un professionista “in nero” e subendo un disservizio è molto più complicato ottenere un rimborso o rimandare un oggetto in garanzia), quanto per regolamentare i professionisti o i commercianti.
Da qui il punto di svolta, visto che per accettare un pagamento elettronico un “esercente”, come viene chiamato il fornitore del servizio – sia esso un commerciante o un libero professionista – deve poter disporre di un Pos (Point of Sale) in grado di accettare i sistemi elettronici di pagamento più usati. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale numero 275