Lo abbiamo già scritto: Windows XP è morto. Ma le alternative non sono così immediate.
Sull’ultimo numero vi ho parlato di Windows XP, il sistema operativo non più supportato da Microsoft ma il più amato dagli utenti aziendali e casalinghi e ancora oggi molto utilizzato da chi non ha un computer “allo stato dell’arte”. A fine aprile è stata scoperta la prima falla che mette a forte rischio il vecchio sistema operativo. Si tratta di una vulnerabilità che riguarda tutte le versioni di Internet Explorer (dalla 6 alla 11) e che permette agli hacker di prendere il controllo del computer da remoto se si visita un sito infetto. In pratica, vi possono rubare tutti i dati, sensibili o meno, senza che ve ne accorgiate. Come detto, la vulnerabilità riguarda tutte le versioni di Internet Explorer e quindi tutte le versioni del sistema operativo della multinazionale di Redmond. Microsoft ha subito comunicato che verrà rilasciata in tempi brevissimi una patch che andrà a chiudere la falla, ma questa soluzione non sarà disponibile per Windows XP perché, appunto, non è più supportato. È prerogativa di Microsoft quella di chiudere i rubinetti di un prodotto per spingere gli utenti all’aggiornamento. Ma, e questa è una mia opinione, Microsoft sta facendo troppo poco per aiutare gli utenti aziendali. Analizzando complessivamente le strategie della società ci si rende conto che il timone del transatlantico Microsoft è tutto puntato verso i sistemi mobili, cercando di recuperare il tempo perduto rispetto a Google (Android) e Apple (iOS). Ma, allora, una società che ha ancora macchine con Windows XP, cosa deve fare? Se i computer sono di una generazione abbastanza recente, magari acquistati con Windows Vista (il prodotto più esoso di risorse di Microsoft) e downgradati a Windows XP, è sufficiente compiere l’upgrade a Windows 7. Nei task virtuali di Windows 7 è possibile far lavorare anche procedure sviluppate in casa e che girano solo su XP. Ma bisogna trovare le licenze di Windows 7 e non è facile.
Se desktop o notebook sono vetusti ci sarebbero due alternative: cambiare sistema operativo, installando Linux che è in grado di lavorare anche con computer molto datati, oppure acquistare hardware nuovo, di tipo aziendale che permetta il downgrade a Windows 7. Devo dire che la prima soluzione, pur non obbligando a sostenere spese per l’hardware, è sicuramente la meno applicabile in azienda, sia per l’elevato costo di formazione del personale che ne deriverebbe (pensate al passaggio tra le interfacce di Windows XP e Ubuntu), sia per le complicazioni di un ambiente misto. Anche la seconda soluzione non è semplicissima, perché solo i desktop o i notebook di tipo aziendale (un po’ più costosi) possono avere Windows 7 a bordo. E non tutti i produttori li propongono già pre-installati; due eccezioni sono Dell e HP, che dai propri store online offrono la possibilità di acquistare il computer aziendale direttamente con Windows 7.
In altri casi o si compra un vecchio modello con Windows 7 o si opta per quello più moderno con Windows 8.1 Pro (deve esser assolutamente la versione Pro, altrimenti il downgrade non è consentito) e si contatta Microsoft per far valere i propri diritti di downgrade a Windows 7 Professional. Ricevuto il software bisognerà trovare e scaricare i driver per il proprio hardware e installare il nuovo sistema operativo. Un lavoro non da poco. Ecco perché sostengo che Microsoft dovrebbe stare più attenta alle esigenze delle aziende, distogliendo magari solo di poco lo sguardo dagli obiettivi che si è posta per andare incontro alle esigenze di chi è sempre stato un fedele utilizzatore dei suoi sistemi operativi e relativi applicativi.
Da questo numero PC Professionale cambia editore. Visibilia, il nostro nuovo editore e punto di riferimento, si è subito dimostrato attento e interessato al nostro lavoro. E pronto a seguirci nelle nuove sfide che abbiamo prospettato. Già dal prossimo numero vedrete una serie di piccoli ma significativi cambiamenti grafici e di contenuto, per un giornale sempre più vicino alle vostre esigenze. Ma non solo. Stiamo lavorando sulla nuova App per iOS e Android (e vi prego di pazientare in questa fase preliminare) e al nuovo sito Internet. Abbiamo anche cambiato data di edicola: ci troverete sempre entro il giovedì della prima settimana del mese. Buona lettura a tutti.
Giorgio Panzeri