Il 2012 segnerà anche in Italia l’inizio del passaggio alle reti cellulari di quarta generazione, che promettono velocità massime di oltre 300 Mbps. Abbiamo provato una delle prime installazioni sul territorio per verificarne le reali prestazioni.
di Simone Zanardi
Long Term Evolution, evoluzione a lungo termine. È questo il termine utilizzato da molti per indicare la standard che sancirà il passaggio alla quarta generazione di reti cellulari. Già lanciate in diversi Paesi tra cui gli Stati Uniti d’America, le prime reti Lte commerciali saranno probabilmente disponibili in Italia entro la fine del 2012, anche se l’anno della loro affermazione è destinato ad essere quello successivo. La posta in palio è alta: con la diffusione dei dispositivi mobili da un lato e dei servizi cloud dall’altro sarà sempre più alta la richiesta di banda larga, non solo in casa o in ufficio, ma ovunque ci si trovi. Lte potrebbe rappresentare un passaggio epocale per le comunicazioni su reti mobili, non solo dal punto di vista delle velocità , ma anche da quello prettamente filosofico, con l’adozione di alcuni principi tipici di Internet anche per le comunicazioni telefoniche. In questo senso si tratta di uno step evolutivo persino più significativo di quello precedente da reti Gsm/Gprs a 3G.
Lo standard Lte è sviluppato dal 3gpp (3rd Generation Partnership Project), un consorzio che, nonostante quanto faccia intendere il nome, è responsabile dell’implementazione delle reti 4G.
A confondere ulteriormente le idee vi è il fatto che in realtà l’Lte non rispetta tutte le specifiche e gli obiettivi che il 3gpp si è posto per le reti di quarta generazione, tanto da essere rigorosamente uno standard pre-4G. La vera, quarta generazione è in teoria rappresentata dall’Lte Advanced, di cui parliamo nell’apposito box. Nonostante queste speculazioni teoriche, lo standard Lte è ormai considerato da tutti il primo esempio di standard 4G, riconosciuto in tal senso dagli enti coinvolti nel progetto.
Quando si parla di reti cellulari, è sempre difficile definire un target di velocità senza confondere il lettore. Il limite teorico dello standard Lte, ad esempio, si attesta sui 326 megabit al secondo in downlink (ovvero per i trasferimenti che avvengono dalla rete verso l’utente finale). Questa soglia è però riferita alla pura capacità disponibile sul canale radio, senza tener conto dei necessari meccanismi di correzione degli errori e, sopratutto, del numero di utenti connessi contemporaneamente a una cella della rete.
Non solo: le prime implementazioni dell’Lte non sfrutteranno tutte le tecnologie previste dallo standard, riducendo di conseguenza il limite di velocità . La rete di test Vodafone che abbiamo provato ad Ivrea, ad esempio, offriva una velocità massima teorica di 100 Mbps circa.
La distinzione più importante è però quella che riguarda la banda disponibile sul settore della rete, ovvero quella offerta da una singola antenna del ripetitore, e quella che, realisticamente, sarà fruibile da ogni utente quando il network sarà a regime.
Chiariamo questo concetto con un esempio: nel corso dei nostri test, che dettaglieremo nelle prossime pagine, siamo riusciti a ottenere velocità reali di 90 Mbps circa a partire da un massimo teorico di 100 megabit al secondo. Ci trovavamo però in una situazione privilegiata, ovvero su di una rete “scarica” in cui eravamo di fatto gli unici utenti attivi. Nel momento in cui più persone si collegano a un solo settore, le risorse di banda devono essere necessariamente condivise con conseguente abbassamento della velocità massima disponibile a ciascuno dei terminali.
Stimare la banda reale che sarà disponibile per singolo utente è impresa ardua: dipende dal numero e dalla collocazione delle celle, dallo stato dell’utente (distanza dalla cella, eventuale velocità di spostamento, se si trova all’aperto o in ambiente chiuso) e in generale dall’affollamento della rete e da eventuali priorità imposte dall’operatore. Secondo gli analisti di mercato Lte sarà comunque il primo servizio in grado di offrire realmente a ciascun utente velocità dell’ordine di diversi megabit al secondo, andando di fatto ad affiancare le performance delle linee Adsl di base oggi presenti in Italia.
In base a una ricerca condotta da Gsa, le reti Lte commerciali attive nel mondo a inizio 2012 erano 49. Lo stesso istituto stima che entro la fine dell’anno questo numero salirà a 119, con oltre 50 nazioni coinvolte. Il 2013 dovrebbe essere poi l’anno del definitivo passaggio dalla terza alla quarta generazione cellulare, con la diffusione di cellulari, tablet e personal computer con tecnologia Lte integrata.
In attesa di scoprire come si svilupperanno le reti 4G in Italia, ci siamo recati presso il quartier generale di Vodafone a Ivrea, dove l’operatore ha installato una rete di test perfettamente funzionante e che abbiamo potuto provare con mano. Prima di spiegarvi come è andata, è necessaria ancora qualche nota teorica. (…)
Estratto dal numero 253 di aprile 2012