Eccoci al secondo giorno di Cebit. Ieri abbiamo detto che la prima impressione all’arrivo era stata sconfortante: pochi espositori e pochi visitatori (pochissimi se paragonati a quelli degli anni precedenti). Oggi splende il sole (anche se la temperatura raggiunge a mala pena i 6 gradi) e la manifestazione pullula di visitatori.
A volte viene da pensare che questi tedeschi sono proprio ben organizzati. Per arrivare in fiera hanno chiuso una parte di autostrada in modo che le corsie delle auto in viaggio verso il Cebit siano quattro anziché due. Quindi niente code. Si segue il flusso di auto e si arriva al parcheggio libero più vicino. Tutti intruppati, è vero, ma senza fermarsi mai e senza perdere tempo.
Ieri vi dicevo che gli espositori sono molto meno del solito: solo (si fa per dire) circa 1.100. Eppure il numero di saloni impegnati è lo stesso di sempre. Come mai? Cosa è successo? Semplice: invece di far vedere che l’area espositiva si è ridotta i furbi tedeschi hanno dimezzato l’area all’interno dei padiglioni (dove serviva). Se al padiglione 15 dedicato alla navigazione satellitare ci sono meno espositori, non si accorpa con il 14 lasciando il 15 libero, ma con un bel muro di legno lo si dimezza. L’effetto che si ottiene è sicuramente psicologico: c’è la crisi, è vero, ma la fiera è rimane quella degli scorsi anni, con lo stesso numero di padiglioni occupati e senza grandi e deprimenti aree libere. I padiglioni occupati erano e rimangono 23, non cambiano. È un modo di vedere la realtà in modo positivo. Il famoso bicchiere mezzo pieno. I visitatori non hanno la sensazione di una forte contrazione. Bravi organizzatori.
Il gruppo più nutrito di espositori esteri è sicuramente quello degli orientali, guidati dai cinesi (con quelli di Hong Kong) e seguiti dai taiwanesi e coreani. Il Cebit rimani infatti il punto di incontro preferenziale (e per certi versi unico) tra l’offerta di prodotti orientali e i mercati nazionali europei. Qui le aziende orientali portano i loro prodotti che vorrebbero esportare in Europa. E spesso, offerta e domanda si incontrano e si possono fare begli affari.
La rappresentanza che mi ha colpito di più (non per i prodotti offerti ma per l’ostentazione) è stata quella Coreana. Se vedete la foto qui sopra, hanno affittato un’area enorme, lasciando molto spazio libero, mettendo al centro l’ufficio di rappresentanza e tutt’intorno i vari espositori.
Un padiglione che non sente invece la crisi (o la sente in modo più marginale) è quello del software per la sicurezza. Qui gli stand sono più grandi, la gente più numerosa, la sensazione complessiva più positiva. Vi riporto qui sotto le immagini degli stand di Avira, G-data, Karspersky e McAfee. Tutti hanno già la versione beta 2010 del proprio motore antivirus, che uscirà quasi sicuramente tra settembre e dicembre di quest’anno.