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Redazione | 25 Luglio 2013

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  Nel mondo si scattano ogni giorno milioni di fotografie con ogni mezzo offerto dalla tecnologia moderna (fotocamere reflex, mirrorless, […]

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Nel mondo si scattano ogni giorno milioni di fotografie con ogni mezzo offerto dalla tecnologia moderna (fotocamere reflex, mirrorless, compatte, smartphone e tablet). In proporzione, però, si stampa molto poco. Le immagini sono per lo più destinate all’archiviazione su supporti digitali, alla visualizzazione sui display dei computer e dei dispositivi mobili e alla condivisione sul Web. Con il passaggio al digitale, la filiera di produzione delle immagini ha perso due elementi cardine del processo analogico, lo sviluppo e la stampa. Ancora non del tutto, però: una percentuale di utenti continua a preferire la tradizionale foto su carta, un mezzo comodo, pratico e appagante per “toccare con mano”, esporre e condividere le proprie immagini preferite. A livello amatoriale, la stampa fotografica non richiede strumenti troppo onerosi o complessi e la maggior parte delle attuali inkjet è in grado di produrre copie di qualità  medio/alta con il minimo impegno.

di Marco Martinelli

ICON_EDICOLATuttavia, le cose cambiano quando il numero delle stampe aumenta, perché i fattori tempo e costi possono diventare critici. Carta fotografica e inchiostri sono elementi notoriamente costosi, che impattano in misura rilevante sulle spese di gestione della stampante: una copia in formato 10 x 15 cm, per esempio, difficilmente si ottiene a meno di 30 centesimi. Per questo, molti consumatori sono attratti dai servizi di stampa online, che promettono qualità , tempi di produzione rapidi e prezzi competitivi. Per verificare questi punti abbiamo messo alla prova 20 fotolaboratori che operano in Italia, inviando a ciascuno 20 immagini Jpeg da stampare in formato 13 x 18/19 cm. Le foto raffiguravano soggetti di varia natura (architettura, interni, notturni, paesaggi e ritratti) a colori e in bianco e nero, catturati con un corredo di prim’ordine: una reflex Canon Eos 5D Mark III con sensore full frame da 22,3 megapixel e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L Usm, da una mirrorless Olympus OM-D E-M5 da 16,1 megapixel con ottica Panasonic/Leica DG Summilux 25mm f/1.4 e da una compatta Fujifilm Finepix X100S da 16,3 megapixel. Le stampe ricevute sono state dapprima esaminate singolarmente sotto luce controllata e confrontate con i file originali visualizzati su monitor opportunamente calibrati, quindi sottoposte a osservatori esterni che, senza conoscere gli originali, hanno espresso un giudizio di gradimento che si è aggiunto alle nostre valutazioni tecniche. Nelle prossime pagine troverete il commento sintetico su ciascun servizio.

La valutazione complessiva è stata formulata principalmente sul rapporto qualità /prezzo, senza però trascurare parametri come quantità  di formati e lavorazioni offerte, facilità  di consultazione del sito web e di preparazione dell’ordine, offerte promozionali e sconti, tempi di consegna, qualità  dell’imballo, spese di spedizione e oneri aggiuntivi di gestione, tutte voci che abbiamo riportato nella tabella riepilogativa in coda all’articolo. I risultati ottenuti hanno sostanzialmente confermato le attese: pur con le inevitabili distinzioni, tutti i fotolaboratori testati hanno provato la validità  dei servizi online sul piano qualitativo ed economico. Possiamo anche fornirvi un consiglio utile per risparmiare: provate più servizi almeno una volta, in modo da sfruttare i bonus offerti ai nuovi clienti. Di solito, la semplice registrazione premia con un’offerta promozionale di almeno 15/20 stampe di piccolo formato a costo zero o con uno sconto consistente sulle lavorazioni successive. Da non trascurare, inoltre, la possibilità  di ritirare le stampe ordinate presso un negozio convenzionato, scelta offerta da alcuni operatori: se ne trovate uno comodo da raggiungere, vicino a casa o al luogo di lavoro, eviterete le spese di trasporto, pur pagando un minimo contributo fisso per la gestione dell’ordine, e abbrevierete i tempi di consegna. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 269 di PC Professionale