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Editoriale | Magazine

Il software pirata è obsoleto

Giorgio Panzeri | 4 Maggio 2016

Editoriale

Su questo numero vi proponiamo un articolo con la recensione dei migliori programmi shareware e freeware pronti da scaricare e […]

Su questo numero vi proponiamo un articolo con la recensione dei migliori programmi shareware e freeware pronti da scaricare e utilizzare. Sono prodotti che oramai competono appieno con gli applicativi a pagamento e spesso possono essere usati anche in ambito professionale (per esempio LibreOffice per il  lavoro d’ufficio). La domanda che sorge è: con le alternative che ci sono oggi, con il calo dei prezzi dei software professionali, perché si ricorre ancora alla copia illegale? Se si prende in considerazione l’utente casalingo, che non impiega il software per lavoro, con la crisi che c’è e che lascia ben pochi spiccioli in tasca, che ci sia una ricerca di software pirata si può anche capire, pure non giustificandola. Se poi si mette in bilancio il rischio di incappare in virus, malware vari, magari ransomeware nidificato nei siti pirata (sempre più diffuso) ci si chiede se ne valga la pena. Le alternative freeware e shareware sono così tante e soprattutto tali da non far rimpiangere i software commerciale.

Per l’utente professionale il software pirata è ancora più micidiale. Da un lato c’è un principio morale: se io uso un applicativo per il mio lavoro e quindi per produrre reddito, perché fingo di ignorare il lavoro dei programmatori che c’è dietro quel software, un lavoro deve essere riconosciuto e pagato, come è riconosciuto e pagato il mio? Anche senza andare a scomodare la morale, visto che negli affari viene spesso spudoratamente accantonata, quanto mi verrebbe a costare essere scoperto dalla Guardia di Finanza con le mani nel sacco, tra costo dei programmi da regolarizzare e relative multe? Inoltre, negli ultimi anni si è fatta strada un’alternativa interessante all’acquisto del software: il noleggio delle licenze, varato inizialmente da Adobe e poi adottato da molti altri produttori tra cui Microsoft. È una soluzione interessante? Dipende. Per un utente privato può essere penalizzante, per un utente professionale è un toccasana. Vi faccio un esempio personale. Io sono appassionato di fotografia (non sono un professionista) e il software che ritengo si adatti meglio alle mie esigenze è Lightroom di cui ho acquistato la licenza completa. Infatti la versione per desktop costa circa 133 euro, mentre abbonarsi al piano Fotografia Creative Cloud richiede un abbonamento di 12,19 euro al mese e comprende anche Photoshop CC (quindi dopo 11 mesi di pagamenti è come se avessi acquistato la licenza completa di Lightroom). È vero, con il piano Fotografia Creative Cloud avrò sempre i programmi aggiornatissimi ma non essendo un fotografo professionista non uso Photoshop e se la nuova versione di Lightroom non includerà  novità  spettacolari non è detto che si debba fare l’aggiornamento. Quindi per me, come utente amatoriale, è più conveniente la versione completa, mentre per un professionista il discorso è diverso perché, come detto, usa i programmi per generare reddito e avere applicativi sempre aggiornati è importantissimo per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti.

E poi, se anche si chiudesse l’attività  difficilmente si riuscirebbe a vendere il pacchetizzato magari di vecchia generazione. Quindi, meglio pagare per quello che si usa e quando lo si usa. Oppure usare i tanti software gratuiti a disposizione, evitando problemi di sicurezza e possibili multe.

Voi cosa ne pensate?

Giorgio Panzeri