“Caro, si è rotta la ventola dell’aspirapolvere, ma il pezzo di ricambio ormai è introvabile”. “Niente paura, scarico il file da Internet e te lo stampo subito”. Non è un dialogo tratto dalla serie di cartoni animati “I pronipoti”, ma uno scenario che in un futuro più prossimo di quello immaginato da Hanna & Barbera farà parte della nostra vita quotidiana. Anzi, per un numero ancora relativamente ristretto di pionieri del fai da te 2.0 è già il presente. Possiamo stampare oggetti così come siamo abituati a stampare documenti e fotografie e trasformarci da semplici consumatori a produttori, o “maker”, come si chiamano oggi gli appassionati del fai da te in chiave tecnologica e digitale. La stampa 3D è la nuova tecnologia destinata a diventare di uso comune entro fine decennio, se non prima ancora, uscendo da un lungo periodo d’incubazione e d’uso in ristretti mercati di nicchia. Dopo la Rete, la musica, il video, i social network, il cloud e l’Internet delle cose – oggetti intelligenti connessi al web con cui possiamo interagire a distanza e con cui possiamo scambiare informazioni – la rivoluzione digitale sta ora investendo le cose vere e proprie.
Di Sergio Lorizio
Trainata dalla Rete, l’evoluzione e la diffusione di questa tecnologia fanno prefigurare scenari di profonda trasformazione in ogni settore produttivo, dal designer all’artigiano, dalla piccola e media impresa fino alla grande industria. Mutamenti che si riverbereranno anche nelle modalità di stoccaggio e distribuzione dei prodotti, oltre che nell’ampliamento delle possibilità di scelta e personalizzazione da parte dei consumatori. Perché, per esempio, potremo acquistare il solo disegno di un prodotto, modificarlo per adattarlo ai nostri gusti e alle nostre esigenze e poi stamparcelo a casa oppure presso un vicino centro servizi, esattamente come si fa oggi con le fotografie. Per molti analisti e commentatori, siamo all’inizio di quella che è già stata battezzata “la terza rivoluzione industriale”.
Cos’è una stampante 3D
Tutti noi abbiamo familiarità con le tradizionali stampanti inkjet o laser, apparecchi che producono documenti e immagini bidimensionali di alta qualità eiettando microgocce d’inchiostro o fondendo minuscole particelle di toner sulla carta.
Una stampante 3D opera in modo analogo, aggiungendo la terza dimensione per creare oggetti solidi – modelli, stampi, prototipi, prodotti finiti – con un processo produttivo di tipo additivo, a deposizione stratificata di materiale. Proprio come per un documento cartaceo, la stampa di un oggetto è un processo governato dal computer. In termini molto semplici, il flusso di lavoro parte dal disegno del progetto con un software di modellazione tridimensionale che sia in grado di esportare il file del modello in formato Stl, lo standard per i software Cad. AutoCad e SolidWorks a parte, per citare due tra più note applicazioni professionali, esistono numerosi software anche open source o freeware in grado di farlo: uno di questi è SketchUp (www.sketchup.com).
I modelli sono generabili anche partendo da fotografie e filmati. Per esempio con 123D Catch di Autodesk (www.123dapp.com), un programma gratuito disponibile come web app, come software stand alone per Windows XP e 7 e anche come app per iPhone e iPad che converte immagini in modelli 3D. Bisogna catturare da 20 a 40 immagini in sequenza di un soggetto statico, prese da tutte le angolazioni e inviarle sul cloud di Autodesk, che le elaborerà in un modello tridimensionale stampabile. Ma poiché il mondo della stampa 3D è popolato da persone entusiaste e inclini alla condivisione, sul web potete trovare numerosi modelli gratuiti già pronti per la stampa. Basta collegarsi, per esempio, a Thingiverse (www.thingiverse.com) o Shapeways (www.shapeways.com), due dei servizi di riferimento per il mondo dei maker e della produzione personale, e scaricare i file dei progetti preferiti. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 268 di PC Professionale