L’elettronica moderna e i Led di potenza hanno consentito di realizzare proiettori sempre più piccoli, veramente tascabili e funzionanti anche a batteria, adatti sia al mondo business che a quello consumer.
A cura di Nicola Martello
Oggi può sembrare naturale vedere proiettori tascabili, abituati come siamo a dispositivi elettronici sempre più piccoli. In effetti questi proiettori sono il naturale complemento di smartphone, di computer e di player multimediali che stanno sul palmo della mano. In realtà i primi proiettori di piccole dimensioni sono nati per il settore aziendale, per soddisfare la necessità di organizzare conferenze con un’attrezzatura compatta facile da trasportare e da installare. Il primo passo per la miniaturizzazione – compiuto diversi anni fa – è stata la riduzione di dimensioni della sezione elettronica e del motore ottico. Più di recente un ulteriore miglioramento è stato possibile con la sostituzione delle lampade tradizionali in favore dei Led di potenza, molto più compatti e meno assetati di energia. Questi tre elementi, ormai di minuscole dimensioni, hanno permesso di arrivare ai picoproiettori, oggetti grandi praticamente quanto uno smart phone e utilizzabili da chiunque, non solo dai conferenzieri aziendali. Ecco quindi il proliferare di prodotti pensati sia per le sale riunioni sia per le feste e per il multimediale in genere, per mostrare subito e in maniera immediata foto e filmati di ogni genere.
Dimensioni così ridotte obbligano però a qualche sacrificio. Innanzitutto l’alimentatore è esterno, quindi quando si considerano volumi e pesi bisogna tenere presente sia il proiettore sia il trasformatore della corrente di rete. I proiettori più piccoli integrano una batteria interna o sono collegabili a un accumulatore esterno, così da aumentare in maniera netta la libertà di installazione. Però il funzionamento a batteria è possibile per un tempo limitato e la luminosità è ulteriormente ridotta. In effetti il fattore luminosità è l’aspetto più critico di questi dispositivi: i dati di targa dicono chiaramente che i picoproiettori non sono impiegabili per impianti home theater degni di questo nome, la luce emessa è troppo bassa e per mantenere un’illuminazione sufficiente dello schermo è necessario proiettare immagini di dimensioni ridotte, molto al di sotto dei 100 pollici di diagonale, in ambienti ben oscurati. Nel caso di un impiego multimediale di questi proiettori si può far riferimento alle specifiche Smpte (Society of Motion Picture and Television Engineers) per il cinema, che raccomandano una luminosità minima di 48 cd/m2 e una ideale al centro dello schermo di 54,8 cd/m2. Un altro compromesso è la risoluzione ridotta del motore ottico, che per ora si ferma a 1.280 x 800 pixel disposti in diagonale nel caso dei chip Dlp, che dominano in questo settore della videoproiezione. Si tratta di alta definizione quindi, ma non di Full Hd (1.920 x 1.080 punti) a cui siamo abituati con i televisori. Anche l’obiettivo è molto semplificato e costruito senza la cura usata per i gruppi di lenti dei proiettori più grandi: lo zoom e lo spostamento meccanico dell’ottica sono totalmente assenti. Con ogni probabilità questi limiti spariranno con il tempo, è ragionevole pensare che i Led saliranno di potenza, i motori ottici avranno risoluzione più elevata e la qualità degli obiettivi migliorerà .
In ogni caso già la generazione attuale di mini e pico proiettori è pienamente godibile: dispositivi facili da usare, compatti, robusti, totalmente a stato solido e senza parti in movimento se si eccettua la ventola (assente nei modelli più piccoli), per di più molti funzionanti a batteria sia pure per un tempo limitato. Questi dispositivi sono pensati per utenti che hanno a disposizione sorgenti multimediali portatili, come smartphone, tablet, fotocamere e camcorder digitali e che vogliono vedere e mostrare il materiale multimediale registrato senza aspettare di arrivare in un luogo predisposto per le proiezioni. Ecco quindi passare in secondo piano gli ingressi video tradizionali in composito, component, Vga, Hdmi, che sempre più spesso cedono il posto a slot microSd, Usb e connettori universali. Così la memoria microSd di una fotocamera digitale può essere subito trasferita nel proiettore oppure la macchina fotografica può essere collegata via Usb, per vedere immediatamente sia le foto sia i video grazie ai semplici player multimediali integrati. (…)
Estratto dell’articolo di 14 pagine pubblicato sul numero 264 di PC Professionale