Le stime sulle performance di mercato superano le previsioni, anche se il numero dei PC immessi sul mercato non cresce più come un tempo. Microsoft, a sorpresa, si fa notare negli USA.
Gli analisti-profeti di Gartner e IDC hanno ancora una volta emesso la loro sentenza trimestrale sull’andamento del mercato dei PC, un settore che non risplende più come una volta ma che continua a rappresentare un business imprescindibile per l’intero mondo tecnologico. Gli ultimi tre mesi lo confermano, con risultati superiori alle aspettative e qualche sorpresa tra i nomi della Top-5.
Le stime più ottimistiche sul numero dei PC commercializzati (arrivati cioè nei negozi ma non direttamente nelle case dei consumatori finali) durante il terzo trimestre del 2018 le ha fornite Gartner, calcolando un aumento del +0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il ciclo di rinnovo del parco macchine dovuto a Windows 10 ha fatto bene al settore, soprattutto in ambito enterprise.
I sistemi commercializzati nel terzo trimestre hanno raggiunto i 67,2 milioni di unità, ha dichiarato ancora Gartner, e a spartirsi buona parte del mercato sono stati Lenovo, HP, Dell, Apple, Acer, Asus. Nei risultati riguardanti il mercato statunitense, poi, Microsoft si è per la prima volta guadagnata la quinta posizione nella Top-5 (602mila unità) grazie all’offerta della linea Surface.
Stime leggermente più pessimistiche (ma comunque superiori alle aspettative) sono invece arrivate da IDC, che ha calcolato un calo del -0,9% nel numero di sistemi arrivati sul mercato dopo i risultati positivi del secondo trimestre. Il fatto significativo delle nuove stime è costituito dalle performance di Lenovo, che si riprende la prima posizione nella lista dei produttori mondiali superando nuovamente HP.
Il mercato dei PC resiste ma non cresce, dicono gli analisti, sprecando quella che un tempo era un’occasione di vendita importante come i tre mesi che segnano il ritorno all’attività scolastica. Il prossimo futuro potrebbe poi essere vieppiù problematico, con la crisi di disponibilità delle CPU Intel a frenare ancora di più la commercializzazione dei nuovi sistemi.