Le nuove linee guida di Meta sull’incitamento all’odio: accuse contro le persone LGBTQ consentite in nome della libertà di espressione
Meta ha introdotto modifiche significative alle sue politiche di moderazione, sollevando preoccupazioni sui potenziali effetti negativi verso le comunità emarginate, in particolare quella LGBTQ. Tra le modifiche più controverse, le nuove linee guida ora permettono agli utenti di accusare le persone LGBTQ di essere “malate di mente” in base alla loro sessualità o identità di genere, giustificando questa scelta con motivazioni legate al dibattito politico e religioso.
Le precedenti linee guida proibivano qualsiasi insulto legato all’intelletto o alla salute mentale. Tuttavia con la nuova formulazione Meta ha deciso di introdurre un’eccezione specifica per le accuse basate sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. La piattaforma afferma che il linguaggio in questione viene spesso utilizzato in contesti “non seri” o come parte di discussioni politiche e religiose sul transgenderismo e l’omosessualità, e dunque ha scelto di non rimuoverlo in maniera sistematica.
Questa scelta ha generato una forte reazione da parte delle organizzazioni a difesa dei diritti LGBTQ. Sarah Kate Ellis, presidente e CEO di GLAAD, ha criticato duramente la decisione. Infatti ha dichiaranto che la nuova politica di Meta rischia di incoraggiare ulteriormente la diffusione di contenuti offensivi e pericolosi. “Con queste modifiche, Meta sta normalizzando l’odio anti-LGBTQ a scopo di lucro. Così facendo sacrifica la sicurezza dei suoi utenti e mira la vera libertà di espressione”, ha affermato Ellis.
Oltre alle modifiche sulle linee guida relative all’incitamento all’odio, Meta ha annunciato anche la fine del suo programma di fact-checking basato su organizzazioni esterne. Al suo posto, verrà introdotto un sistema di moderazione simile alle “Community Notes” di X (precedentemente Twitter). Questo permetterà agli utenti stessi di segnalare e votare le note associate ai contenuti controversi.
Queste decisioni rientrano in un quadro più ampio di cambiamenti strategici che sembrano allinearsi a un contesto politico e culturale in evoluzione. La notizia che Meta, insieme ad altre grandi aziende tecnologiche, ha contribuito finanziariamente al secondo fondo inaugurale del presidente eletto Donald Trump ha ulteriormente alimentato le speculazioni sull’orientamento politico della compagnia.