Il futuro dell’intelligenza artificiale interessa molto da vicino tante aziende del settore hi-tech e, nel dibattito circa l’introduzione di macchine e sistemi sempre più smart, questa volta entra il CEO di Microsoft, Satya Nadella, che ha voluto illustrare qual è il suo pensiero circa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in una sorta di analisi che – per certi versi – potrebbe ricordare le famose tre leggi della robotica di Asimov.
Nel nostro presente, le forme più note – al grande pubblico – di intelligenza artificiale, sono quelle degli acclamati assistenti digitali come Alexa, Siri o Cortana. Tuttavia, per il futuro, le prospettive indicano come i robot smart avranno un ruolo sempre più importante all’interno della società , svolgendo un numero crescente di mansioni, e gli stessi potrebbero essere concepiti da taluni anche come una minaccia.
Per evitare una contrapposizione sterile tra chi è a favore dello sviluppo dell’AI e chi invece sottolinea la necessità di limitarne la diffusione, il CEO di Microsoft ha quindi individuato sei considerazioni fondamentali sulle quali sviluppare un ampio dibattito sull’intelligenza artificiale. Eccole:
- l’AI dovrà avere il ruolo di assistente per l’umanità , con robot che svolgano mansioni pericolose, senza tuttavia limitare l’autonomia degli esseri umani;
- l’AI dovrà essere realizzata in modo tale che le persone possano capire come i robot smart si relazionano all’ambiente, con macchine intelligenti le cui azioni siano intellegibili;
- l’AI dovrà aiutare ad incrementare l’efficienza del lavoro, ma senza privare le persone della loro dignità : dovrà quindi aiutare l’uomo, e non sostituirlo nello svolgimento di ogni attività lavorativa;
- l’AI dovrà tenere conto di una forma di privacy smart, con soluzioni tecnologiche che proteggano i dati relativi alle persone;
- l’AI dovrà essere sviluppata tenendo conto del fatto che gli esseri umani possano porre rimedio ad eventuali errori non commessi con dolo;
- l’AI, infine, non dovrà creare delle discriminazioni, attraverso un’attività di ricerca corretta e rappresentativa.
Satya Nadella, quindi, immagina un’intelligenza artificiale in grado di supportare l’uomo, piuttosto che essere prevalente a quest’ultimo.