La pandemia di COVID-19 sta avendo conseguenze differenziate sui diversi settori del business tecnologico. La vendita di PC laptop cresce ma l’approvvigionamento dalla Cina rallenta, mentre gli smartphone assumono un ruolo da comprimari in un mercato completamente stravolto rispetto a qualche mese fa. Apple è a quanto pare destinata a subire uno dei colpi peggiori della crisi senza precedenti provocata dal SARS-CoV-2.
Secondo le indiscrezioni provenienti dalla Cina, la produzione di iPhone nel paese asiatico sta subendo un rallentamento significativo: Foxconn, il colosso dell’industria tecnologica cinese che assembla smartphone e console di videogiochi, ha messo in pausa le assunzioni in programma e licenziato i lavoratori temporanei. Lo stesso ha fatto Pegatron, altro fornitore importante di Apple che ha licenziato i dipendenti a tempo nella sua fabbrica di Shanghai.
Prima dell’esplosione della pandemia di COVID-19 in tutto il mondo e negli Stati Uniti in particolare (825.000 casi, 45.000 morti al momento di scrivere), Apple scontava la difficoltà di rifornimento a causa della chiusura delle fabbriche cinesi. Ora la prospettiva si è ribaltata, e Cupertino dovrà affrontare il crollo della domanda da parte dei clienti finali.
I negozi sono chiusi, e piuttosto che acquistare smartphone le persone si rivolgono all’e-commerce per prodotti un po’ più essenziali del nuovo modello di melafonino. Stando alle previsioni, alla fine del corrente trimestre fiscale, Apple potrebbe ritrovarsi con un -36% di iPhone venduti. Nulla di catastrofico, comunque, visto che Cupertino può contare su 200 miliardi di dollari di soldi “cash” con cui affrontare qualsiasi tempesta.