Una sentenza della Corte di Appello di Torino fa discutere il mondo: l’uso prolungato di cellulari e smartphone provoca tumori al sistema nervoso centrale, dicono i giudici. Ma gli esperti e l’OMS continuano a negare il nesso causa-effetto.
Una recente sentenza della Corte di Appello di Torino ha dato ancora una volta ragione a Roberto Romeo, paziente affetto da tumore al nervo acustico (neurinoma) dell’orecchio destro che per 15 anni ha lavorato come tecnico di Telecom. L’uso “abnorme” di cellulare e smartphone ha causato l’insorgere della malattia benigna ma invalidante, hanno stabilito i giudici, quindi l’Inail dovrà corrispondere una rendita da malattia professionale a Romeo.
La sentenza di Torino conferma quella precedente della corte di Ivrea, e in 36 pagine di motivazione giustifica la decisione in favore dell’ex-tecnico Telecom parlando di un “un nesso eziologico tra la prolungata e cospicua esposizione lavorativa a radiofrequenza emesse da telefono cellulare e la malattia denunciata”. Romeo ha usato il cellulare tra le 2 e le 7 ore al giorno per 15 anni con una media di 4 ore al giorno, non potendo per di più contare sulla disponibilità, all’epoca (1995-2010), di tecnologie in grado di evitare il contatto prolungato fra telefonino e viso come cuffie o auricolari.
Studi inaffidabili?
I giudici torinesi hanno sentenziato l’inaffidabilità degli studi attualmente riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, una letteratura che tende a negare il nesso di causa-effetto tra le onde elettromagnetiche prodotte da uno smartphone e la comparsa di tumori al cervello o al sistema nervoso centrale (glioma). Tali studi sarebbero in palese conflitto di interessi perché finanziati dall’industria interessata a diffondere la tesi “negazionista” sugli effetti dei cellulari, dice la corte piemontese, mentre gli studiosi “indipendenti” (come quelli coinvolti nel processo di appello) darebbero maggiori garanzie di imparzialità e attendibilità nelle loro conclusioni.
Per i suddetti studiosi indipendenti e per la Corte di Torino l’uso prolungato di cellulari e smartphone causa il tumore al sistema nervoso centrale, insomma, ma la posizione è stata accolta in maniera decisamente contrastante a livello internazionale e non solo.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito il supporto alla posizione dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che sulla questione cellulari e tumori dice che non esiste prova certa sull’“aumento di rischio di glioma o meninglioma con l’uso dei telefoni cellulari per più di 10 anni”. Ci sono “alcuni indicatori” di un aumento di rischio per il 10% di utenza più esposta all’uso prolungato, ma non è stato fin qui evidenziato alcun trend consistente al riparo da errori e pregiudizi negativi sulla formulazione di un nesso causale certo al 100%.