Il Galaxy Note 20 Ultra, annunciato il 5 agosto insieme al Galaxy Note 20, è il primo smartphone del produttore coreano con schermo a frequenza variabile. Samsung Display ha fornito alcune informazioni sulla tecnologia che offre una migliore esperienza d’uso durante l’esecuzione dei giochi e un minore incidenza sulla batteria.
Molti smartphone di fascia media e alta hanno uno schermo con refresh rate fino a 90, 120 o 144 Hz, ma solitamente questi valori sono impostati con risoluzione inferiore a quella massima per ridurre il consumo della batteria. In ogni caso ci sono due o tre valori prefissati (ad esempio, 60 e 90 Hz oppure 60, 90 e 120 Hz). Lo schermo Dynamic AMOLED 2X del Galaxy Note 20 Ultra supporta la frequenza di refresh variabile che Samsung chiama Adaptive Frequency.
Il nome indica la capacità di cambiare dinamicamente la frequenza di aggiornamento, in base al contenuto mostrato sullo schermo. Nel caso del Galaxy Note 20 Ultra, la tecnologia permette di impostare 120 Hz durante l’esecuzione dei giochi, 60 Hz durante la riproduzione dei video, 30 Hz durante la lettura delle email e 10 Hz per la visualizzazione delle immagini statiche o la navigazione sui social network.
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Lo schermo realizzato da Samsung Display è in grado di compensare lo sfarfallio dell’immagine che si verifica a causa della differenza di luminanza a basse frequenze di refresh. Il consumo a 10 Hz è circa il 60% in meno rispetto ai pannelli tradizionali. In generale, la tecnologia Adaptive Frequency permette di ridurre il consumo della batteria fino al 22%.
Come sottolinea AnandTech, un simile risultato si può ottenere solo con una profonda integrazione tra driver (GPU e display) e sistema operativo. Per scoprire altri dettagli in merito è necessario effettuare test approfonditi.