Da circa un mese circolano indiscrezioni sulla vendita di Honor da parte di Huawei. La stessa fonte (Reuters) ha ricevuto conferme sul possibile accordo tra il produttore cinese e un consorzio guidato da Digital China e il governo di Shenzhen. L’importo della transazione dovrebbe essere 100 miliardi di yuan, pari a circa 15,2 miliardi di dollari. L’annuncio ufficiale è atteso entro fine settimana.
Da oltre un anno sono in vigore le restrizioni imposte dall’amministrazione Trump che impediscono a Huawei di sottoscrivere accordi commerciali con aziende statunitensi (il ban è stato esteso fino al 2021). Per questo motivo tutti i nuovi dispositivi Android non hanno le app Google e TSMC non può realizzare i processori Kirin per conto di HiSilicon (altra sussidiaria di Huawei).
Secondo Reuters, il piano prevede la vendita di Honor a Digital China e altri investitori privati. L’operazione verrà finanziata anche dal governo locale di Shenzhen. Honor dovrebbe conservate l’intera forza lavoro (circa 7.000 dipendenti) e diventare pubblica (quotazione in Borsa) nei prossimi tre anni. Ciò significa che Huawei non si aspetta novità dalla nuova amministrazione Biden, ovvero l’esclusione dalla famigerata Entity List del Dipartimento del Commercio.
Digital China è il principale distributore di prodotti Honor nel mercato cinese, quindi non dovrebbero esserci conseguenze per il market share. Secondo i dati di Canalys, i dispositivi Honor rappresentano il 26% delle vendite di Huawei (circa 52 milioni di unità nel terzo trimestre 2020).
La separazione dalla casa madre potrebbe avere altre conseguenze positive, come l’eliminazione delle restrizioni e il conseguente ritorno dei servizi Google. Gli smartphone Honor diventerebbero così più appetibili agli utenti occidentali.