CyanogenMod è un sistema operativo open source basato sulla piattaforma Android e destinato a smartphone e tablet. Forte di una comunità di sviluppatori ampia e motivata, sistema mira ad aggiungere nuove funzioni, risolvere bug e migliorare l’esperienza d’uso delle release ufficiali di Android.
Storicamente indirizzato agli utenti più evoluti, che cercavano un sistema alternativo meglio personalizzabile e più funzionale, dal qualche tempo è utilizzato anche come firmware di prima adozione da parte di alcuni produttori, sotto il nome commerciale di Cyanogen OS. L’Aquaris X5 di BQ è uno dei primi smartphone del genere ad apparire in Italia. BQ è una startup spagnola che sta ottenendo un discreto successo proponendo terminali studiati e progettati in Europa (e assemblati in Cina) caratterizzati da cura costruttiva notevole e prezzi accessibili.
L’Aquaris X5 è disponibile sia con il classico Android 5.1 Lollipop sia con il sistema Cyanogen OS 12.1, derivato direttamente da Android 5.1 e con il quale condivide applicazioni, store e molto altro. Più che due modelli diversi possiamo parlare di un singolo modello con due Rom distinte, che possono soddisfare clienti diversi: i più tradizionali possono optare per un sicuro sistema standard, mentre i più “smanettoni” possono dilettarsi con tutte le funzioni aggiuntive di Cyanogen. È possibile passare da un firmware all’altro senza perdere la garanzia.
Dal punto di vista prettamente estetico l’Aquaris X5 appare interessante. Costruito attorno a un frame di alluminio (grigio scuro, argento oppure oro rosa), ospita uno schermo da 5 pollici Ips con risoluzione 1.280 x 720 pixel, con una densità di 294 pixel per pollice quadrato. Il retro è invece costituito da un unico elemento in poliuretano, per la verità piuttosto piacevole al tocco ed esente da qualunque impronta.
Il look è nel complesso molto curato, anche se la forma richiama in maniera forse troppo evidente quella degli ultimi iPhone, tanto che più di un conoscente ci ha chiesto esplicitamente se avessimo acquistato un prodotto Apple. In particolare la cornice in alluminio, smussata in ogni angolo, è dotata anche delle caratteristiche bande plastiche per migliorare la ricezione delle antenne radio, richiamando ancora di più alcuni prodotti blasonati. In termini pratici su tale cornice troviamo tutti i pulsanti e le connessioni esterne: sul lato destro sono presenti il bilanciere per il volume e il pulsante di accensione, mentre nella parte bassa trovano posto il connettore micro Usb 2.0, il microfono e lo speaker di sistema. In alto è posizionato il jack da 3,5 mm per le cuffie e un secondo microfono ambientale. Due gli slot di espansione utilizzati; gli ingegneri spagnoli sono riusciti ad inserire in un corpo tanto snello (solo 7,5 mm di spessore) una slitta in grado di contenere due Sim card (di tipo nano) sul lato sinistro e una seconda slitta con micro Sd per l’espansione di memoria su quello destro. Caratteristica peculiare è la presenza di tre tasti capacitivi al di sotto dello schermo (i classici tre di Android, ovvero “indietro”, “home” e “multi”), che prendono però le forme caratteristiche di BQ. I due laterali sono un singolo puntino, mentre quello centrale è composto dal logo aziendale, ovvero i cinque punti raffiguranti le dita di una mano.
Sul retro, incastonata nell’angolo superiore sinistro, trova spazio la fotocamera con sensore Sony IMX214 da 13 Mpixel, apertura F/2.0, 5 lenti, autofocus e dual flash led. Sul frontale invece la fotocamera secondaria Samsung 5E2 da 5 Mpixel a 4 elementi, F/2.0 e flash led. La qualità non è eccelsa, e si posiziona nella media per questa fascia di prezzo.
Sotto la scocca trova spazio una piattaforma hardware non proprio recentissima: BQ ha scelto di utilizzare il chipset Qualcomm Snapdragon 412, una soluzione quad core composta da quattro elementi Cortex A53 da 1,4 GHz e Gpu Adreno 306. A questi si affianca una memoria di 2 Gbyte e uno spazio di archiviazione di 16 Gbyte (di cui circa 11,8 disponibili per l’utente).