La vicenda del Galaxy Note 7 ha messo Samsung sotto i riflettori della ribalta, in negativo, considerando gli innumerevoli episodi in cui la batteria del phablet è esplosa: ciò nonostante, stando ai dati pubblicati dall’azienda sudcoreana, le performance economiche della terza trimestrale non sono state deludenti, con un fatturato di 39 miliardi e un utile di 5.2 miliardi di dollari.
Eppure, al di là di questi risultati – di cui non si conoscono i dettagli operativi fatti registrare dalle singole divisioni della società sudcoreana – alcuni analisti intravvedono in maniera chiara come, per Samsung, il danno di Galaxy Note 7 sia rilevante a livello di immagine e di reputazione, considerando anche il ruolo ricoperto in qualità di primo produttore di smartphone a livello globale.
In effetti, la società di Seul avrebbe deciso di interrompere la produzione del nuovo phablet – stando ad alcune indiscrezioni riportate da fornitori del colosso asiatico – anche a causa dei casi di esplosione fatti registrare dai device sostitutivi, proposti agli utenti con nuove batterie che, Samsung, evidentemente riteneva in questo caso sicure.
Osservando come i principali carrier abbiano proposto ai loro clienti “scottati” dalla disavventura con i device del colosso asiatico un rimborso, o anche la sostituzione dei Note 7 acquistati con altri prodotti, si può ritenere che ora Samsung debba affrontare la sfida più complessa: ripristinare la fiducia del mercato nei confronti dei suoi smartphone, anche per il futuro della sua divisione mobile.