La vicenda dello scoppio delle batterie dei Galaxy Note 7, continua a far parlare di sé a distanza di tempo: secondo quanto riferito dagli esperti di Instrumental – una società che si occupa di supportare i produttori di hardware con soluzioni per risolvere problemi presenti nei loro device – nel phablet di Samsung il problema sarebbe da ricercare nel design troppo “aggressivo” del device.
In particolare, lo spessore ridotto dello smartphone, ma nello stesso tempo la necessità di assicurare un buon livello di autonomia nell’uso del dispositivo, hanno spinto la società sudcoreana ad una progettazione errata del design, con la batteria ai polimeri di litio che è stata compressa troppo, non offrendole lo spazio per la dilatazione che si verifica nei cicli di carica e scarica.
Secondo Instrumental, Samsung avrebbe previsto soltanto 0.65 millimetri di spazio per questa operazione essenziale, un valore troppo ridotto, che ha esposto il device al rischio di surriscaldamento e di esplosione della batteria anche soltanto tramite una pressione leggera sul lato posteriore del device, come avviene nel momento in cui viene tenuto nelle tasche dei pantaloni.
Gli esperti di Instrumental hanno suggerito come probabilmente i primi test del device non abbiano presentato problemi, ma che in seguito Samsung abbia apportato modifiche alla soluzione per la batteria, svolgendo un numero limitato di test al riguardo, probabilmente per esigenze dettate dalle tempistiche di lancio.