Le batterie dei Galaxy Note 7 – e di altri smartphone realizzati da Samsung – vengono testate in un laboratorio che si trova all’interno della sede dell’azienda sudcoreana: questa notizia è riportata direttamente dal Wall Street Journal, il quale, mette peraltro in evidenza come altri big player del settore, invece, facciano svolgere queste verifiche presso laboratori indipendenti.
L’azienda di Seul avrebbe adottato questa policy già nel corso del 2009, e quindi, il Galaxy Note 7 sarebbe soltanto uno degli ultimi device ad aver seguito questa trafila di verifica. Nel suo articolo, il WSJ sottolinea come – pur essendo il laboratorio di Samsung accreditato CTIA, conditio sine qua non per la commercializzazione negli USA – lo stesso non sarebbe indipendente.
Anche altre aziende, secondo il quotidiano statunitense, avrebbero adottato questo modello operativo, in parte per rendere meno lenti i processi di produzione dei dispositivi e, dall’altra, per cercare di mantenere il più stretto riserbo sulla proprietà intellettuale, un problema senz’altro non indifferente in un mondo come quello dell’hi tech.
Ad onor del vero, poi, bisogna anche sottolineare come l’azienda sudcoreana abbia sempre svolto i test per gli altri device presso il medesimo laboratorio, senza che si fossero mai verificati problemi. In questo caso, però, le verifiche delle batterie dei Note 7 non hanno riscontrato anomalie: come mai? Vi lasciamo con il video di un device andato letteralmente in fumo.