Chi l’ha detto che gli smartphone devono assomigliare unicamente a dei telefoni, giusto con qualche funzione in più rispetto ai vecchi cellulari? Sharp, quando ha deciso di progettare e, ora di lanciare ufficialmente sul mercato il suo primo smartphone umanoide – RoboHon – deve proprio aver pensato a tutto ciò, rivolgendo il suo sguardo verso un futuro in cui la tecnologia è sempre più prossima all’essere umano, assistendolo in ogni momento.
Frutto di un lungo lavoro di ricerca e di sviluppo, che ha visto Sharp impegnata sull’arco di 3 anni per riuscire a dare vita a questo prodotto, RoboHon promette davvero ai suoi utenti un’esperienza differente rispetto ai comuni telefoni smart: con la sia altezza di 19,5 centimetri, la sua sagoma che ricorda un robottino, è quello che si può definire un maggiordomo 2.0 tascabile.
Sul suo retro, RoboHon è dotato di un piccolo schermo touch – da 2 pollici – che rende l’interazione tra le persone e questo device più familiare. In effetti, considerando come i telefoni dotati di schermo tattile siano diventati uno standard, ritrovare sullo smartphone umanoide un’interfaccia di questo tipo può facilitare il primo approccio, prima di iniziare a usare i comandi vocali, cuore del prodotto.
Sharp ha infatti dotato il suo device di un sistema di comandi vocali – per esempio per comporre un numero di telefono, inviare un SMS, scrivere un messaggio di posta elettronica o fare uno scatto fotografico – che rende più facile e piacevole l’utilizzo. RoboHon offre anche la proiezione di contenuti video, grazie alla presenza di un videoproiettore posizionato in corrispondenza degli occhi dell’umanoide, ed è pure in grado di cantare e ballare.
Il primo smartphone umanoide del marchio nipponico è al momento disponibile solo sul mercato giapponese ad un prezzo di circa 1650 euro. Ma ne vale la pena?