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Dalla carta ai bit: tutto sugli e-book reader

Redazione | 21 Gennaio 2011

Ebook

E-book, tra testo e multimedia Su cosa sia un e-book e su come si rapporti al tradizionale libro a stampa, […]

E-book, tra testo e multimedia

Su cosa sia un e-book e su come si rapporti al tradizionale libro a stampa, gli studiosi di media digitali non sono uniformemente concordi. C’è chi, arroccato su posizioni conservatrici, rifiuta l’idea stessa di libro elettronico, rivendicando lo status di libro per i soli testi a stampa, depositari e vettori insostituibili di cultura. C’è chi, invece, sostiene che un e-book sia la semplice trasposizione digitale di un libro tradizionale e quindi anche un semplice file di testo ottenuto dalla scansione di un volume stampato rientrerebbe in questa categoria. C’è chi, proprio per la molteplicità  dei linguaggi disponibili all’interno del medium digitale, ritiene che l’e-book possa e debba essere qualcosa di più della copia elettronica di un libro stampato. Si pensa, cioè, a un assemblaggio digitale di testo e contenuti multimediali, prefigurando una nuova categoria di oggetti digitali ibridi – un cocktail a base di ipertesti, grafica, animazioni, musica e video – che si affiancheranno alle opere testuali classiche. Sull’iPad – che è un device multifunzione e non un lettore di e-book dedicato – abbiamo già  visto qualche primo esperimento di questo nuovo linguaggio che rappresenta certamente una sfida stimolante ma non semplice per autori ed editori, costretti entrambi ad acquisire nuove competenze e a concepire le opere da una diversa prospettiva. I risultati ci sono parsi molto interessanti nei lavori di genere saggistico, sia per la capacità  degli innesti multimediali di arricchire e completare il testo sia per la possibilità  d’interazione con l’autore e altri lettori attraverso forme di social reading (lettura sociale) gestite direttamente dal software. Ma il mix di ipertestualità  e multimedia, pur se affascinante, non ci ha sempre convinto nelle opere di narrativa, in cui il rischio più evidente è quello di generare dispersione e frammentazione del flusso del racconto durante la lettura.

Al di là  delle sperimentazioni sui nuovi assemblati digitali e considerando lo stato attuale dell’editoria elettronica, la definizione più realistica di e-book è probabilmente quella mediata ed elaborata da Gino Roncaglia, docente d’informatica applicata alle scienze umanistiche presso l’Università  degli Studi della Tuscia e autore dell’eccellente saggio “La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro” (Editori Laterza). Roncaglia qualifica in senso esteso l’e-book come “un qualunque testo compiuto, organico e sufficientemente lungo (monografia), eventualmente accompagnato da metadati descrittivi, disponibile in un qualsiasi formato elettronico che ne consenta – fra l’altro – la distribuzione in rete e la lettura attraverso un qualche tipo di dispositivo hardware, dedicato o no”. Poiché il libro a stampa è più di una semplice sequenza di pagine e di caratteri, è riduttivo considerare e-book un semplice file di testo. Per dare al lettore la sensazione di avere a che fare con la versione elettronica di un libro e non con un sottoprodotto, come prima cosa l’e-book dovrebbe presentare un testo formattato e strutturato con cura per rendere confortevole la lettura. E come un vero libro dovrebbe incorporare informazioni addizionali sulla descrizione dell’opera (titolo, autore, editore, data di pubblicazione, prezzo ecc.) e sulle politiche commerciali in materia di copyright per semplificare quelle operazioni di archiviazione, catalogazione, ricerca e gestione che sono tipiche dell’ambiente elettronico. I formati e-book più evoluti (vedi box separato) e gli e-reader di ultima generazione, siano essi basati su schermi a tecnologia Lcd o su carta elettronica, cercano perciò di fornire al lettore un’esperienza di lettura il più simile possibile a quella offerta dal libro tradizionale, curando da un lato la paginazione del testo e dall’altro l’intuitività  e la semplicità  dell’interfaccia hardware. Nei dispositivi con schermo tattile, come il Sony PRS-650 e, soprattutto, l’iPad, si arriva a mimare l’interfaccia libro con risultati impressionanti. Per esempio, in iBooks, il software gratuito per la lettura di libri elettronici sul tablet di Apple, la libreria personale è organizzata secondo la metafora degli scaffali e dei volumi e operazioni come il cambio pagina si eseguono sfiorando i margini del foglio con una cura dei dettagli e un realismo stupefacenti.

Se la carta resta ancora un supporto di lettura migliore sia dei display Lcd retroilluminati, che possono affaticare la vista in caso di uso prolungato e sono difficili da leggere in piena luce, sia dei display a tecnologia e-ink, riposanti quanto la carta ma ancora con un contrasto non del tutto ottimale, un lettore di e-book permette di fare cose che un libro tradizionale non può: per esempio, contenere in memoria centinaia di libri, modificare e ridimensionare il carattere, aumentare l’interlinea, integrare dizionari multilingua per chiarire i termini non conosciuti. Prima di addentrarci nell’esaminare un po’ più a fondo le caratteristiche degli ultimi modelli introdotti sul mercato, è bene spendere due parole sulle differenti tipologie di fruizione dei testi, perché da queste scaturiscono osservazioni importanti sulla scelta degli strumenti più opportuni per la lettura digitale.

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